lunedì 20 giugno 2016

La raganella curiosa.

Si racconta da secoli la storia della raganella curiosa.
Era nata chissà quando in uno stagno sperduto chissà dove e si chiamava Lella.
Era molto più intelligente di tutti i suoi fratelli e sorelle girini con cui era cresciuta e, con i quali, era diventata una meravigliosa raganella dal colore verde acceso, da far invidia al più rigoglioso campo di piselli!
La vita nello stagno scorreva serena ma la nostra raganella curiosa non riusciva ad accontentarsi.
La notte, con gli occhietti al cielo a guardare le stelle, Lella continuava a chiedersi cosa ci fosse oltre lo stagno.
Non poteva credere che esistessero solo lei ed i suoi fratelli al mondo...c'era troppo spazio per essere abitato solamente da esserini così piccoli!
Una notte sognò così tanto intensamente di fare il giro del mondo, alla scoperta di nuove specie e di nuovi posti, che al suo risveglio si ritrovò nel giardino di una casa di città!
Lella la raganella era un po' confusa. Si era avverato il suo più grande desiderio ma, anziché esserne felice, si sentiva spaesata e anche un po' impaurita!
Si mise a curiosare intorno: era un bel giardino ombreggiato, con tante piante e fiori colorati. Sembrava un piccolo paradiso...ma mancava qualcosa! Non c'erano pozze d'acqua!
La cosa la preoccupò. Così continuando a cercare finì per infilarsi in una finestra...ecco...era finita in trappola.
Si trovava in una stanza piena di libri ed il suo cuoricino batteva all'impazzata. Si guardava attorno la piccola Lella, ma non riusciva a vedere vie di fuga. Così si fece ancora più piccola sperando che non le accadesse niente di male.
Intanto ripensava ai suoi fratelli ed alle sue sorelle che giocavano spensierati nello stagno in cui erano nati, lontano dai pericoli e certi di poter vivere una vita ricca di avventure.
Un po' le veniva da piangere ma, Lella la raganella curiosa, non voleva cedere alle debolezze del suo carattere. Lei era intelligente,  piena di vita e con tanta curiosità nei confronti del mondo. Doveva solo far rallentare il suo cuoricino e pensare a come uscire da quella situazione incresciosa.
Voleva tornare a casa al più presto per poter raccontare tutto alla sua famiglia.
All'improvviso si aprì la porta della stanza dove Lella rimaneva nascosta, ed entrò una donna.
Aveva un'espressione gentile e i loro occhi si incontrarono quasi subito. Lella capì che non doveva temere...
La signora doveva essere una fata. Lella sapeva che sparse per il mondo esistono le fate che proteggono tutti gli animali.
"Vuoi vedere che mi sono introdotta nella casa di una fata!" Pensò la raganella, "Se è così sicuramente mi aiuterà a tornare a casa!"
La signora era veramente una fata, si chiamava Fatasorella.
Fatasorella chiamò in suo soccorso il marito Magocognato, che prese la raganella delicatamente e la posò tra le sue mani.
Lella era agitatissima. Chiuse gli occhi e ripensó alle numerose, bellissime, stelle che punteggiano il cielo durante la notte, e che accompagnavano i suoi sogni di giovane raganella curiosa. Strizzó forte forte gli occhi e pregò intensamente che niente di male le potesse accadere.
Intanto Magocognato sistemò la piccola Lella in un barattolo,  con un po' d'acqua e con un telo traforato affinchè potesse respirare...
Salì sulla sua velocissima bicicletta, zaino in spalla, con dentro il prezioso fardello e cercò di fare più in fretta possibile: sapeva che quel tragitto, se pur breve, per Lella poteva essere spaventoso. Al buio, dentro il barattolo, con un pochino d'acqua,  ma senza conoscere la meta finale, la piccola doveva essere veramente spaventa!
Dopo un tempo che alla piccola raganella sembrò interminabile,  Magocognato la portò vicino ad un grande vascone di acqua di sorgente,  popolato di girini festosi.
Lella si guardò attorno e si tuffó.
Un lungo interminabile tuffo liberatorio sino al fondo del vascone!
Poi risalì in superficie e rimase un momento col musino all'insù...guardava il suo salvatore...sperando che capisse che quella era una delle migliori espressioni di gratitudine che potesse regalargli!
Era tornata a casa...non era il suo stagno...
Ma la magia delle stelle che brillano nel cielo, la dolcezza e la protezione della Fatasorella con l'aiuto prezioso di Magocognato,  hanno fatto si che il desiderio della piccola raganella curiosa, Lella, si avverasse nel migliore dei modi.
Era finita in una colonia di raganelle verdi cone lei, in un luogo pieno di magia e di avventura. Al sicuro dai pericoli ma pronta a scoprire nuovi amici e nuovi luoghi incantati.
Si racconta che la raganella curiosa si stabilì definitivamente nella colonia del vascone d'acqua di sorgente, mise su famiglia...centinaia, migliaia di girini tutti curiosi di scoprire il mondo.
Se incontrate una raganella fuori posto, ricordatevi che è sicuramente uno dei numerosissimi figli di Lella, la raganella curiosa...guardatela negli occhi, saprà dirvi se ha bisogno d'aiuto...se così fosse siate la fata del momento...vi renderà eterna gratitudine e riempirà la vostra vita con la sua magia.

domenica 12 giugno 2016

La vera storia di Vermentino...












C'era una volta un bellissimo vigneto di ceppi di vermentino sperduto nelle campagne di un paese della Sardegna. Questo paese, conosciuto per l'ottimo vino, non poteva che chiamarsi Sorso...
Arrivata la stagione in cui ogni mamma ceppo aspetta di riempire la sua bella famiglia grappolo con tanti piccoli pargoli acini urlanti, accadde un disguido.
La solita cicogna, che ogni anno era addetta al trasporto degli acini di vermentino,  questa volta, per colpa della sveglia che non aveva suonato, si preparò in fretta e furia e, nella concitazione, prese, al reparto smistamento, il fardello sbagliato.
Fatto il suo lungo viaggio sino a destinazione, lasciò il prezioso carico sotto un ceppo a caso. Sapeva che gli acini, da soli, avrebbero trovato le loro rispettive mamme e che avrebbero composto il loro bel grappolo. Così,  senza preoccuparsi troppo, d'altronde erano secoli che compiva il suo dovere di stagione in stagione, se ne andò via senza accorgersi di nulla.
Nella vigna di vermentino intanto, dal piccolo fardello, uscì un po' confuso un minuscolo cucciolo di cane!
"Oddio" pensarono all'unisono le mamme ceppo "Dove saranno finiti i nostri piccoli acini! E come faremo a nutrire questo cucciolo ancora così fragile!"
Per fortuna nella vigna, nonostante fosse un posto piuttosto difficile da trovare, viveva un vignaiuolo.
Si chiamava Gaetano e portava una folta barba, nera e lunga. A vederlo, col suo aspetto un po' burbero, poteva far paura! In realtà era tutta apparenza, infatti Gaetano il vignaiuolo aveva un gran cuore.
Così un giorno,  Gaetano il vignaiuolo, in uno dei suoi giri per prendersi cura dei suoi amati ceppi di vite, vide in lontananza un piccolo fardello. Incuriosito si avvicinò e vide sbucare il musetto di un cucciolo ormai allo stremo delle forze. Non mangiava da chissà quanto perché, per via dell'errore della cicogna distratta, non c'erano mamme a disposizione. Per giunta lo stavano divorando i parassiti.
Gaetano il vignaiuolo non ci pensò due volte: lo prese in braccio e, vedendolo così piccino, del colore degli acini di vermentino maturati sotto il nostro sole più caldo, lo battezzò Vermentino!
Lo portò con se e si prese cura di lui.
Vermentino era molto grato per aver trovato una mano buona, che lo aveva tolto da una situazione piuttosto pericolosa, senza neanche capire appieno cosa gli fosse successo.
Passavano i giorni e il piccolo Vermentino faceva compagnia al vignaiuolo nello svolgimento del proprio lavoro. Gli piaceva soprattutto accompagnarlo quando andava sul trattore. Dal quel mostro dal rombo possente poteva vedere lontano e, tra le braccia del buon vignaiuolo,  sapeva di non dover temere più nulla.
Ma in cuor suo, il piccolo Vermentino,  dal carattere solare, sapeva che da qualche parte una mamma lo stava aspettando. Lo aveva sentito dire alle mamme ceppo, che nel frattempo avevano dovuto fare una lettera raccomandata di protesta al sindacato delle cicogne per riavere i propri piccoli, che chissà nel frattempo dov'erano finiti!
Le mamme ceppo gli avevano detto che sicuramente qualcuno lo avrebbe cercato. Si, perché tutti hanno una mamma, sostenevano, e anche lui avrebbe trovato la sua.
Così dall'alto del trattore Vermentino guardava l'orizzonte e aspettava...
In un giorno di vacanza il buon vignaiuolo ricevette delle visite.
Amici che non vedeva da tempo, venuti da molto lontano,  decisero di andarlo a trovare, nonostante la difficoltà di trovare la vigna sperduta nelle campagne del paese con lo strano nome.
Dopo una lunga strada ecco che arriva un amico del vignaiuolo con la moglie.
Vermentino non sta nella pelle. Non sa perché ma si sente particolarmente agitato. Non riesce a star fermo un attimo, ma soprattutto,  non riesce a star lontano da quella donna tanto gentile che lo guarda amorevolmente.
Quello sguardo lo rapisce e non riesce a smettere di saltarle addosso e riempirla di baci!
Dalla vigna,  le mamme ceppo hanno capito la situazione al volo, e fanno arrivare la loro voce col nostro vento di maestrale, perché Vermentino sappia che, probabilmente,  quella è proprio la sua mamma che è andata a prenderlo!
Ora è tutto chiaro per il piccolo Vermentino!
Ecco perché gli batteva così forte il cuore e non riusciva a star fermo un attimo.
Mamma Barbara,  così si chiamava, provò la stessa sensazione: aveva trovato,  senza volerlo, il suo cucciolo. Le aveva rubato il cuore in un battito di ciglia, tanto che il buon vignaiuolo,  vista la felicità degli amici, acconsentì a portar via Vermentino.
Barbara ed il marito sarebbero partiti pochi giorni dopo per raggiungere la loro casa, tanto lontana da lì. I biglietti dell'aereo erano già stati fatti e non era possibile portare anche Vermentino. Richiamare la cicogna era impensabile! Chissà dove lo avrebbe portato questa volta!!
Fu così che mamma Barbara col papà dovettero, a malincuore,  lasciare Vermentino col vignaiuolo, e tornare a casa senza di lui.
Erano tutti un po' tristi e delusi, soprattutto il piccolo Vermentino che c'era rimasto male. Ma il maestrale lo rassicurò:"Vedrai, piccolo Vermentino,  la tua mamma troverà il modo di tornare a prenderti, me lo sento!".
Così mamma Barbara, tornata a casa, iniziò a contattare tutte le fate madrine che conosceva,le fate che si prendono cura dei cuccioli, perché fosse recuperato il suo piccolo e fosse preparato per la partenza. Le fate madrine iniziarono a far partire il loro fortissimo tam tam d'aiuto, tanto da mobilitare tutte le fate madrine della Sardegna.
Fatamorena da Bologna ha contattato Fatacate che a sua volta ha contattato Fatanangela.
Fatanagela ha chiamato il buon vignaiuolo e nell'arco di pochissimo tempo il piccolo Vermentino si è ritrovato in una casa con altri esseri della sua specie.
Vermentino è impazzito dalla gioia! Eh già! Sino a pochi minuti primi era convinto di essere un acino d'uva, invece, ha capito che lontano da quella vigna che gli aveva, comunque,  dato i natali, c'era tutto un mondo inesplorato fatto di giochi coi suoi simili, pappe buone, morbidi divani o cucce su cui dormire e, soprattutto le braccia di Fatanangela e di Magomar pronte ad abbracciarlo e a proteggerlo ad ogni costo, in attesa di farlo arrivare a casa da mamma Barbara e del papà.
Vermentino non ha fatto che giocare e dimostrare continua gratitudine,  tanto da aver conquistato un posto speciale nel cuore di tutti.
Ha imparato tante cose nei pochi giorni di permanenza a casa di Fatanagela e di Magomar, ma ha dato tutta la gioia e l'amore che ha potuto per ringraziarli dell'assaggio di quella nuova vita che gli stava piacendo tantissimo.
Ma il tam tam delle fate madrine non era ancora finito. Mancava ancora qualcuno che accompagnasse a casa il piccolo Vermentino.
Così,  contattata Fatalaura, esperta nei viaggi dei piccoli cuccioli, si è rivolta al più noto traghettatore esperto mondiale di viaggi.
Il Magoalfio con una grossa balena bianca, sua amica, spesso si assicura che alcuni piccoli dispersi raggiungano felicemente le loro mamme.
Fu così che il piccolo Vermentino, alle prime luci dell'alba, dopo aver inondato di baci Fatanangela e Magomar, ormai al limite della commozione, accompagnato dalle amorevoli mani di Magoalfio, prese il largo sull'enorme balena bianca sua amica, alla volta della sua nuova vita, fatta di amore smisurato, coccole, giochi sfrenati, ma, per cominciare,  da una festa di benvenuto che ha radunato tutto il vicinato e gli amici più cari di mamma Barbara e papà, in trepidante attesa del meraviglioso Vermentino,  che da oggi si chiamerà Tino, perché come dice mamma Barbara:"Vermentino non si può sentire!!!"
Buona vita piccolo Tino. Hai saputo rubarci il cuore...ci manchi già.
Il lieto fine di questa storia, liberamente ispirata ad una storia realmente accaduta, è merito del lavoro di concerto di persone meravigliose che hanno collaborato  nel momento in cui sono state coinvolte.
Perché come dice sempre la mia cara amica Cate "Insieme si può!".