domenica 6 dicembre 2015

Un amore contagioso...il mio nuovo libro

Ad un anno di distanza dalla pubblicazione del libro "Poldo e i suoi fratelli" , da oggi è disponibile il mio secondo lavoro dal titolo "Un amore contagioso".
Questa volta lo troverete sia in versione cartacea che digitale.
Chi fosse interessato alla lettura di una anteprima e all'eventuale successivo acquisto, può accedere direttamente dal link sottostante.
Inoltre da oggi troverete in versione ebook, anche il primo libro, ugualmente disponibile sulla stessa piattaforma digitale Ilmiolibro, così come nella vecchia versione cartacea.

Allora, come oggi, una parte del ricavato andrà al Rifugio del mio cuore Amici degli Animali di Gonnosfanadiga, che ha ispirato entrambe le opere.

http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/211221/un-amore-contagioso/

venerdì 27 novembre 2015

Il temporale




Ieri è stata una giornata piuttosto piovosa. 
Dalla sera prima il cielo non ha fatto altro che mandar giù  acqua. 
Pioggia, lampi e tuoni. Per tutto il giorno. 
Nonostante trascorra normalmente le giornate a casa, ieri non è stato possibile: io e Francesco dovevamo fare delle commissioni, anche se mal volentieri, in città.
Quindi, sveglia alle 6 del mattino per avere il tempo di far mangiare tutto "lo zoo". 
Ho lasciato per ultima Maya la gatta, dovendo portarle il mangime nell'orto, dove ha la sua casetta. 
Ho fatto finta di niente mentre uscivamo, ma dentro di me non ero tranquilla. 
Pioveva talmente tanto che li ho convinti con facilità a rimanere dentro casa dove, effettivamente, si sentiva ancora il calore dell'inserto camino, pieno di brace non ancora del tutto spenta.
Noi siamo usciti controvoglia....e il cielo si è conformato a questo nostro umore "un po' così"....
Ogni tuono, talvolta ogni lampo, è un abbaio di Enea che vaga disperato anche sotto la pioggia. Nulla placa il suo terrore. Corre fuori, come a volersi gettare tra le braccia del nemico, forse sperando di convincerlo a smettere di fare tutto quel baccano. 
Un don Chisciotte contro i mulini a vento spinto dal coraggio della paura.
Rientra, fradicio di pioggia, e ad un occhio attento appare chiaro che trascorrerà la giornata in preda al panico. 
Smette di abbaiare esausto nell'attesa del prossimo tuono lontano, anticipato dal lampo che rischiarerà il cielo per pochi istanti, ma questa pace durerà poco...
Cleo non ama i temporali. 
Trema, ma vive il suo disagio più serenamente di Enea.
Poldo, Maccocca e Zac non hanno paura dei temporali e, per questo, ringrazio il cielo! 
Conoscere una paura di chi ami e non poterlo proteggere o rassicurare in nessun modo, è veramente snervante e mi crea una sensazione di impotenza che non so come gestire!
Rientrati a casa la pioggia ha continuato a far da sottofondo a questa giornata grigia, in tutti i sensi. 
A scuotere i nervi ancora tanti tuoni.
Ho visto Polly diversa, oggi. 
Era piuttosto a disagio.
Non era infastidita dalla pioggia e non ha abbaiato neanche una volta al boato dei tuoni.
Ma ad ogni tuono cercava il contatto fisico. 
Lei che passa le sue giornate da sola, che non ama eccessivamente la compagnia dei fratelli, ha cercato il conforto tra le nostre braccia. 
Se mi spostavo dal divano mi seguiva come un'ombra. Se mi sedevo nuovamente sul divano si accucciava accanto a me, cercando carezze e protezione.
Ad ogni tuono si faceva più piccola e si avvicinava sempre di più...
Finalmente a tarda sera i tuoni si sono allontanati lasciando spazio ad un sonno profondo.
Polly si é allungata sul divano e ha potuto riposare serenamente, questa volta, al caldo di una casa, di fronte ad un fuoco crepitante e rassicurata dalle carezze di chi la ama immensamente. 
Accanto a lei i fratelli e le sorelle che, se anche li ignora, amano starle vicino e lei, ogni tanto, glielo concede senza ringhiare...
Questo è il suo primo inverno lontano dal Rifugio ed io, anziché esserne felice, continuo a sentirmi profondamente triste...
Penso a tutti quelli ancora al Rifugio, o nei canili delle nostre città, o peggio, abbandonati sul ciglio di una strada, come il mio Zac lo scorso inverno, che era solo un cucciolo incapace di aver cura di se! 
Penso a tutte quelle case vuote di amore, riscaldate solo da stufe o termosifoni ma non dal calore di un cuore che pulsa.
Penso a tutte quelle case perfettamente ordinate e pulite, profumatissime... niente è fuori posto...
Penso a tutte quelle persone sole: le famiglie troppo impegnate per andarle a trovare, hanno come unica compagnia la tv, un contenitore che sempre più spesso parla, parla, parla, di cose sempre più vuote.

Se solo tutte queste case avessero un cane...
Se solo le persone sole avessero un cane...
Forse oggi mi sentirei meno triste.

Questa giornata grigia, trascorsa a fare "cose grige", che mi ha costretto a non proteggere i miei cani dai loro "fantasmi", si è conclusa con loro addormentati accanto a me sul divano. Francesco è andato al lavoro e io sono rimasta con i miei sei cani.
Ciascuno ha cercato la posizione più comoda, possibilmente a portata di carezze. 
Tutti loro hanno cambiato il colore di questa lunghissima giornata grigia.


Loro non soffriranno mai più il freddo o la solitudine, ma io ho la certezza che non mi mancherà mai l'amore!

sabato 7 novembre 2015

Sotto il grande noce...













Sotto il grande noce da oggi riposa un altro angelo.
Il mio piccolo cucciolo magico ora, insieme al vecchio Fly, ha accolto il dolcissimo Charlie.
Dopo tanti anni di rifugio, amato, accudito e coccolato...ha trovato una famiglia dove è stato accolto con amore da tutti i membri: babbo, mamma, sorella umana, sorella canina e ben 10 gatti!
Lui non aveva mai visto un gatto in vita sua...e, a parte nei primi giorni, dove rimaneva bloccato in loro presenza non sapendo come comportarsi, nei giorni scorsi lo abbiamo visto dormire sereno vicino a loro.
L'immagine più bella è stata vederlo addormentato con la pancia in su e, proprio sopra la sua pancia, acciambellato uno dei gatti! Tutti e due dormivano sereni, godendo del tepore l'uno dell'altro.
Un immagine di grande serenità.
Vedere Charlie adattarsi con cosi grande rapidità alla vita in famiglia mi ha reso felice per lui e per mia sorella,  che ha scelto proprio lui tra i tanti ospiti  del rifugio.
Tutti hanno diritto ad una casa, ad essere amati e a terminare i propri giorni riscaldati dall'amore di una famiglia.
Ecco perché  la sua scelta non poteva che ricadere  tra i cani più vecchi e malati...
Così, prima Fly e poi Charlie, hanno potuto trascorrere i loro giorni, non più scanditi dai ritmi del rifugio,  ma dalle abitudini di una famiglia.
Pochi giorni fa Charlie ha iniziato ad avere una brutta tosse, opportunamente curata.
Nessuno di noi avrebbe mai potuto immaginare un epilogo simile.
Pochi giorni per scoprire che il cuore del piccolo Charlie non era sano.
Pochi giorni per decidere di intraprendere una strada lontano, lontanissimo,  da chi lo ha amato come mai avrebbe immaginato.
Io non riesco a trovare le parole per spiegare lo sconforto,  il dolore, le lacrime di mia sorella ed il dolore dipinto negli occhi di mia nipote.
Charlie era un piccolo stalker che perseguitava tutti, indistintamente,  per avere la sua dose di coccole...che non bastavano mai!
Lui ti ammaliava con quegli occhioni tondi dove ti perdevi in un mare di dolcezza.
Io non riesco a capire il senso della vita di certe creature...il mio piccolo cucciolo magico Gigi, Filippo e ora Charlie. Finalmente sono entrati nel cuore di qualcuno ed è subito arrivato il tempo di andar via....
O forse è proprio questo il punto! Ciascuno di loro ha trovato spazio nel cuore di qualcuno...ed è per questo che ciascuno di loro ha raggiunto l'immortalità.
Buon ponte dolce Charlie 

domenica 11 ottobre 2015

Filippo

Filippo. 








Che dire di lui. Non so se la memoria mi aiuta, ma ricordo che è stato trovato cucciolo insieme alla sorellina. Credo siano stati trovati in una casa diroccata o qualcosa di simile e, nel tentativo di recuperarli, lui cadde sbattendo la testa.
La sorellina, bianca e nera come lui, aveva una meravigliosa macchia nera su un occhio come un delizioso pirata. È stata adottata subito.
Filippo no.
Sono trascorsi i giorni, poi i mesi ed intanto sperimentava la vita di cucciolo in compagnia di Peter, un meraviglioso cagnone anche lui ospite del rifugio da piccolo, anche lui abbandonato con la sorellina, poi adottata.
Anche Peter, ad un certo punto, ha fatto breccia nel cuore di una famiglia meravigliosa e ha preso il volo, lasciando Filippo nella disperazione più nera. Ha pianto Filippo. Il suo compagno di giochi e di vita se n'era andato...e lui, solo nel suo box, si è sentito perso...
È così che, dal giorno seguente, è stato trasferito nel box di Poldo,  Polly, Tosca ed Happy.
La presenza di Poldo è stata terapeutica per lui. Il carattere  e la tempra del nostro ragazzone è servita al giovane Filippo da guida e da esempio positivo. Finalmente ha smesso di piangere e ha trovato un nuovo compagno di giochi.
Intanto Filippo cresce. Il tempo passa...trascorrono i giorni...passano i mesi.
Poldo viene a vivere con noi. Anche lui,  dopo un anno di rifugio, finalmente trova il calore di una casa.  
Filippo non rimane solo stavolta, con lui ci sono sempre Polly, Tosca ed Happy, anche se l'assenza di Poldo non passa inosservata. La vita insieme teneva l'energia del giovane Filippo sotto controllo...una volta partito, tutta quella vitalità è stata un po' più difficile da gestire, ma la presenza delle compagne di box, il lavoro delle tate e il profondo amore che si respira in rifugio,  ne hanno fatto un cagnone meraviglioso. Un cagnone a pois neri su un manto bianco a pelo raso...un simil dalmata con lo sguardo sempre un po' triste...da "bel tenebroso".
Sono trascorsi tre anni circa dal ritrovamento di Filippo e pochi giorni fa, la bellissima notizia: Filippo adottato! Mi sono emozionata...
Più volte ho pensato di portarlo a casa con noi, ma, non so perché poi, abbiamo fatto scelte diverse. Sarà che, come al solito, "avviene ciò che conviene ", ma alla fine, dopo Poldo, abbiamo portato a casa prima Polly e poi Zac. 
Ad ogni modo, il giorno del riscatto è arrivato anche per il "bel tenebroso ",  dopo tre anni di attesa ha trovato la famiglia giusta per lui.
Ma evidentemente la vita di Filippo non deve percorrere strade semplici....
A due giorni dalla sua adozione scappa. 
Filippo si allontana dall'amore della famiglia che lo ha scelto tra tanti...
Filippo scappa da ciò che non conosce. Non sa che scappa, in realtà,  da ciò che desidera di più: il calore di una casa e attenzioni solo per lui.  
Chi viene adottato affronta uno stress incredibile. 
Immaginate voi di essere nei panni di Filippo o di qualsiasi altro cane che viene preso da un rifugio: non avete conosciuto altro che quegli spazi, fatti di reti, ghiaia pedane, casette e cucce dove d'inverno compaiono calde coperte per proteggersi dai rigori del freddo,  mentre d'estate ci si rinfresca con i bagni nelle bacinelle d'acqua. Le giornate sono scandite dai ritmi dell'ingresso delle tate nei box per le pulizie, il momento per lo sgambamento dove si può giocare con i compagni dei box vicini, il momento della pappa...e poi, quando arriva l'oscurità ci si rintana nelle cucce per trascorrere la notte al riparo dalle intemperie oltre che dai pericoli della vita da randagi. 
Poi un giorno, dopo anni vissuti così,  arriva qualcuno che si innamora di noi e ci porta nella sua casa per poterci amare, curare e proteggerci per tutta la nostra vita. Ma in realtà noi questo non lo sappiamo...lo scopriremo solo sperimentando questo nuovo amore, questa nuova vita meravigliosa! 
Io ho portato a casa tre ospiti del rifugio ed ognuno di loro ha avuto reazioni e tempi diversi per adattarsi alla nuova vita. Ognuno di loro ha avuto bisogno di tempi diversi per abituarsi e capire fino in fondo che questa è realmente la loro nuova casa...per sempre. La loro nuova famiglia...per sempre. 
Non conosco la dinamica della fuga di Filippo. 
Poco importa in questo momento in cui lui,da qualche giorno, è lì fuori che scappa. Corre Filippo...si allontana spaventato...
Corre via Filippo...col cuore che gli batte forte nel petto. Spazi nuovi, spazi grandi, troppo grandi...che lui non conosce. Nessuno gli porta da mangiare, come in rifugio. Dove sono i miei compagni di box?
Arriva la notte e, stanco, trova riparo dove può. Poi ricomincia a correre....
È confuso Filippo...
Lo cercano in tantissimi sperando  di non spaventarlo ulteriormente, perché non gli si può far capire quanto siamo preoccupati che non gli accada niente di brutto. 
Chi vive nella zona della fuga trascorre il proprio tempo libero alla ricerca di una creatura che è entrata in confusione e che non capisce che lo si vuole salvare soltanto  dai pericoli della strada che lui non conosce.
I volontari che setacciano un territorio piuttosto vasto sulle sue tracce, hanno trovato altri due cani, consumati dalla vita da randagi e dall'abbandono, che ora si trovano, fortunatamente, al sicuro e al riparo dai pericoli.
Ora è buio. Stanotte non piove e ancora la temperatura non è bassissima. Ma lì fuori Filippo è solo.
Lontano da chi lo ha amato e accudito per tre anni, lontano da chi, pochi giorni fa, aveva scelto di amarlo e curarlo per tutto il resto della sua vita. 
Filippo è solo fisicamente ma, come me che scrivo, ci sono tantissime persone, in tutta Italia, oltre a tutti i volontari che lo cercano, che con pensieri positivi cercano di inviare le giuste vibrazioni a quel cagnone, bello e tenebroso, affinchè si faccia trovare e portare al sicuro. 
Io spero che ci sia un angelo tutto per lui, l'angelo di Filippo,  che chissà, magari potrebbe essere anche il mio cucciolo magico che non c'è più, che in questi giorni di fuga sconclusionata, lo protegga e lo convinca a farsi trarre in salvo.
Tutti noi, ognuno a suo modo, lo ama e vorrebbe leggere il lieto fine e, soprattutto,  vorrebbe cacciare via questa angoscia che non va via..e se non va via dal mo cuore che ho incrociato Filippo un numero di volte limitato, non oso immaginare quanto grande sia quello delle tate che si sono prese cura di lui tutti i giorni di questi tre anni.
Filippo...bello e tenebroso...torna a casa! Ti aspetta, da oggi in poi, solo una strada con percorsi in discesa, fatti di amore e protezione...ti prego!!!


La storia di Filippo ha avuto un tragico epilogo. 
Ho pregato il mio cucciolo magico che lo proteggesse in questa fuga di paura affinchè potesse ritrovare la strada della serenità. 
Ma evidentemente anche lui, come il mio cucciolo magico, doveva diventare un angelo prima del tempo.
Per un lungo periodo ho sognato di portarti a casa con noi...ma una serie di circostanze non lo ha reso possibile...In questo momento il mio cuore è stretto in una morsa e mi rimbalza nel cervello la domanda "perché non l'ho portato via con me!"
In realtà so che non funziona così questa strana vita...
L'unica consolazione è che al rifugio non poteva essere più amato.
Non oso immaginare come si sentono le tate fantastiche che lo hanno amato, curato e accudito insieme a Cate e Vale.
Buon ponte Filippo...perdonaci se puoi..

martedì 29 settembre 2015

Tu chiamale se vuoi..adozioni!



Qualche giorno fa' il cucciolo che abbiamo tenuto in stallo per quasi un mese, ha raggiunto la sua nuova famiglia.
È  necessario,  però,  fare un passo indietro per rivivere ogni istante di questa vicenda che, non solo ci ha colpito profondamente a livello emotivo,ma ci ha anche insegnato veramente tanto.
Ai primi di settembre vengo contattata da una volontaria della mia città, la stessa che aveva affidato alle nostre cure la piccola Maya, in seguito felicemente adottata, che mi chiede la disponibilità ad ospitare un cucciolo di quattro mesi abbandonato al proprio destino.
In quei giorni pioveva ed il cucciolo non aveva trovato,nonostante  varie segnalazioni, alcun tipo di sistemazione, né provvisoria né definitiva...se non uno stallo da parte di una ragazza che, però,  sarebbe stata disponibile non prima di una settimana. Così decidiamo di accoglierlo noi, consapevoli che il nostro piccolo branco non avrebbe che potuto giovare a quella giovane vita così impaurita dalle avversità a cui stava andando incontro.
Vengo contattata dalla volontaria a cui è stato segnalato e che gli sta portando da mangiare ma non lo può tenere al riparo. Le dico che lo possiamo tenere noi ma che, ovviamente il cagnetto deve essere opportunamente vaccinato, dato che la presenza di altri sei cani potrebbe non essere salutare per il cucciolo, e viceversa! Dopo alcuni momenti di perplessità per questa mia richiesta,  la volontaria si vede costretta a portarlo dal veterinario perché altrimenti il cucciolo rischia di rimanere sotto la pioggia.
In realtà, scoprirò soltanto dopo che il cucciolo è stato spostato e rinchiuso in un garage, da dove si dispera e piange...
È un sabato sera, piuttosto grigio dalla pioggia che ci ha accompagnato in questi giorni, e il cucciolo viene portato a casa nostra dove, dopo pochi minuti, viene coinvolto dal piccolo Zac in mille giochi irrefrenabili!
Mi lasciano un sacco di croccantini per cuccioli, una pipetta di antiparassitario e una compressa da dare al piccolo per sverminarlo....
Nei giorni successivi non ricevo né chiamate né messaggi per sapere come stia il cucciolo, ma non mi metto molti problemi: invio di mia iniziativa foto e aggiornamenti costanti sul piccoletto, così come mi preoccupo di farlo conoscere sulla pagina Facebook dei miei cani, affinchè chi già segue le nostre storie, possa conoscere la sua e magari possa darci una mano a trovargli una casa al più presto.
Il cucciolo è adorabile: carattere mite, si è integrato perfettamente nel nostro branco, acquisendo in pochissimo tempo tutte le regole della casa. L'unica nostra preoccupazione era il suo stato di salute: avevamo notato che si stancava con troppa facilità per essere un cucciolo di quattro mesi, tanto da pensare che ci potesse essere qualcosa che non andasse nel suo stato di salute.
Dopo giorni che non arrivava nessun tipo di richiesta di adozione, ci è stata chiesta la disponibilità a ricevere alcune persone interessate a conoscerlo e a proseguire lo stallo. E noi, ovviamente non ci siamo tirati indietro, facendo presente alla volontaria le nostre perplessità sulla salute del cucciolo, e che ritenevamo più opportuna un'adozione in Sardegna,  per non sottoporre il piccolo a stress inutili. Ovviamente avremmo capito e fatto buon viso a cattivo gioco, se le richieste di adozione fossero arrivate esclusivamente da fuori regione.
Così riceviamo due visite, una delle quali ci colpisce molto favorevolmente e ci premuriamo di farlo sapere alla volontaria  che prontamente organizza un colloquio di pre affido a casa della signora, dove vado anche io e, dove ho la possibilità di confermare tutte le sensazioni positive del primo incontro, avvenuto con me e Francesco.
Rientrando a casa la volontaria, nonostante mi avesse appena confermato anche una sua sensazione positiva, mi dice che quasi sicuramente il piccolo andrà fuori regione, e che la decisione definitiva non è la sua in quanto lei fa parte di un'associazione. A casa ci aspetta Francesco che a questa notizia è contrariato quanto me. Alla richiesta di motivazioni ci dice che, qualora dovesse andar male l'adozione, il cucciolo verrebbe  preso in carico dalla volontaria locale che, a quel punto, si dovrebbe occupare di trovare un'altra sistemazione,  altrimenti, rimanendo qui e non andando bene l'adozione loro, come associazione, non saprebbero assolutamente dove metterlo. Così ci proponiamo immediatamente come "ultima spiaggia" assicurandole che se ci fossero stati problemi, lo avremo ripreso con estremo piacere.
Certi che questo li avrebbe fatti desistere dal volerlo a tutti i costi far viaggiare, attendiamo la loro decisione.
Il mattino seguente sollecito una risposta: il cane andrà fuori! La signora non ha le capacità e le giuste caratteristiche per adottare un cane..."tu vuoi che rimanga solo per egoismo"...mi sento dire. Così continuo a chiedere motivazioni plausibili, non quelle che mi dice  la volontaria, che appaiono alquanto lacunose e, soprattutto menzognere!
Inizio ad agitarmi, perché più chiedo lumi e più si cerca di buttare fumo negli occhi e la situazione mi sembra sempre meno chiara. Così, con Francesco che seguiva la conversazione,  decidiamo di "tagliare la testa al toro" e ci offriamo di tenere noi il piccolo che, dopo dieci giorni,  si è perfettamente integrato ed è piuttosto sereno.
La volontaria mi dice che va bene...ma che mi deve fare il pre affido...e poi il post affido...
Non voglio commentare queste assurdità,  perché di assurdità si tratta!!!
Sembrava che la situazione si fosse risolta e, soprattutto, preoccupati dallo stato di spossatezza del piccoletto,  dato che ne eravamo ormai responsabili "in toto", iniziamo a chiamare la nostra veterinaria per fissare un appuntamento.
Nel pomeriggio ho iniziato a ricevere varie telefonate da persone sconosciute e non, sollecitate dalla volontaria: perché io non voglio più dare il cane!
All'educatrice cinofila che, a titolo gratuito, si occupa delle adozioni e dei pre affidi della fantomatica associazione (di cui ancora nessuno mi ha saputo dire il nome), spiego le nostre ragioni e lei, che si è occupata del pre affido fuori regione, si dimostra disponibile ad un colloquio con la signora e a rivedere la scelta di mandare il cagnetto fuori.
Non sto a raccontarvi le altre telefonate ricevute perché, se le persone che mi hanno chiamato non mi avessero conosciuto, avrebbero potuto pensare, da quello che riferiva la volontaria, che io fossi una pazza furiosa che una mattina si sveglia ed inizia ad accumulare cani a casa sua per chissà quale scopo!!!!!
Successivamente mi richiama la volontaria per fissare questo nuovo appuntamento di pre affido con la signora precedentemente scartata.
Ho fatto due domande durante la conversazione telefonica: la prima era "ma come si chiama l'associazione per cui fai volontariato?"domanda caduta nel vuoto...la seconda è stata "ma come mai se ieri avete accettato che lo tenessimo noi, avete deciso di rivedere il colloquio di pre affido della signora già scartata." Non so quale tasto io abbia premuto, ma a quel punto la volontaria ha perso il lume della ragione e, urlando, a rischio di sentirsi male, ha iniziato ad inveire dicendomi che non decidevo io chi poteva tenere il cane, ma solo lei lo poteva stabilire, e che lei stava andando a denunciarmi ai Carabinieri perché aveva il suo libretto sanitario....
Non sono riuscita a dirle che è il microchip che stabilisce la proprietà del cane, cosa di cui mi è stato affidato sprovvisto, e che proprio questa mancanza le avrebbe potuto portare guai. Come associazione avrebbe dovuto sapere che il cane sarebbe dovuto essere microchippato, visitato e vaccinato, prima di essere affidato anche solo temporaneamente!
Ma tutte queste cose non gliele ho potute dire...mi aveva già chiuso il telefono...
Volevo parlare nuovamente con l'educatrice cinofila...ma non ne ho avuto il tempo. Da lì a poco è arrivata la volontaria in delegazione con altre due che, con fare poco garbato e senza preavviso,  si sono presentate a casa nostra per prendere il cane!
Le minacce di denuncia sono continuate anche lì. Abbiamo fatto presente che non avevano alcun diritto dato che non avevano fatto microchippare il piccolo.
Ci hanno dato ragione.
Abbiamo chiesto chi fossero e ci è stato risposto che noi non dovevamo sapere niente di loro! Ma dietro nostre insistenze hanno dato il nome di un'associazione che notoriamente non fa volontariato in questo modo....
Dopo una conversazione infarcita di parecchie bugie, che ci hanno convinto sempre più della correttezza della nostra decisione di tutelare a tutti i costi il cucciolo, siamo rientrati in casa....ed è stata una serata ed una notte lunghissima...
Mi hanno chiamato alcune volontarie che hanno capito chiaramente che chi aveva trovato il cagnetto non stava agendo nel rispetto delle normative e, tanto meno, della semplice logica di tutela del piccolo.
Ho parlato nuovamente con l'educatrice cinofila che non è riuscita a capacitarsi di tutta questa situazione. 
Infine, mi ha chiamato la signora a cui è stato fatto il pre affido, fuori regione.
Ha voluto a tutti i costi capire cosa stesse succedendo perché da parecchi giorni aveva firmato il modulo di adozione e aspettava soltanto che il cane partisse con il primo passaggio disponibile, da lì a qualche giorno!
A quel punto abbiamo capito cosa stava succedendo: i pre affidi gestiti dalle volontarie in maniera superficiale, nonostante l'educatrice cinofila avesse dato disposizioni chiare in merito, hanno portato alla decisione di far partire il cane. 
Ma anziché smettere di fare colloqui, spiegando che il cane aveva già trovato un'ottima sistemazione,  hanno continuato a fissare appuntamenti.  
Così, per motivare un diniego nei confronti della signora che era venuta a casa nostra, hanno preferito definirla persona non idonea, quindi escludendola definitivamente da qualsiasi altra possibile  adozione!!
La situazione stava diventando sempre più intricata.
Lo stallo di un cucciolo era ufficialmente diventato un incubo: per noi, terrorizzati che il piccoletto potesse finire in una brutta situazione,  per la futura adottante perché,  nonostante avesse fatto tutto come previsto dalle regole comuni, si vedeva negata la possibilità di avere il cagnetto di cui si era innamorata!
E tutti, sia noi che lei, abbiamo costantemente pensato che dietro tutte queste bugie, minacce e poca chiarezza,  ci fossero interessi economici...
Dopo una notte insonne io e Francesco abbiamo deciso, prima di tutto, di occuparci personalmente dell'adozione del piccolo. I rapporti per tutte le decisioni, sarebbero stati diretti, tra noi e la futura adottante che sarebbe stata costantemente aggiornata su tutto, sino al momento della partenza.
Il giorno successivo è stato portato dalla nostra veterinaria per effettuare tutti i prelievi  e all'anagrafe canina per inoculargli il microchip.
Dagli esami fatti sono risultati sospette Herlichia e Rickettia...ecco che quindi sono stati confermati i nostri dubbi. 
Abbiamo iniziato la cura e informato la futura adottante...

Nel cuore rimane tanta amarezza. Se le volontarie avessero agito con coscienza e secondo la legge, avrebbero scoperto subito i problemi di salute del cucciolo e avrebbero potuto iniziare le cure tempestivamente. 
Se avessero parlato con noi, che lo tenevamo in stallo, con maggiore trasparenza, intanto avrebbero avuto molte informazioni sul cane, cosa che non avevano, e non si sarebbero mai create situazioni sgradevoli così come è successo..
Se si lavorasse di concerto ed in maniera intelligente, tutti noi nel nostro piccolo potremmo fare qualcosa. 
Noi abbiamo scelto di adottare dal canile e di offrire la nostra collaborazione, quando è possibile, tenendo in stallo un cucciolo in attesa di adozione.
Ma se persone che si definiscono "volontarie" operano in questo modo, il loro cattivo operato inficia quello di numerose Volontarie  (con la v maiuscola) che operano nel pieno rispetto dei piccoli che salvano, delle leggi e delle persone con cui collaborano, siano essi adottanti piuttosto che stallanti.

Oggi il piccoletto non è più nella nostra casa, protetto da queste mura, scaldato dal nostro amore e tutelato dalla nostra coscienza. Ora il compito di vegliare sulla sua sicurezza e sulla sua salute è di una famiglia meravigliosa che ha già avuto cani e che oggi, consapevolmente, ha deciso di far crescere il proprio bambino di sei anni con il supporto, la compagnia, la gioia di un cagnetto. 
E hanno scelto proprio lui!
Oggi so che la nostra è stata la decisione giusta. Tutti i passaggi di questa vicenda, a momenti molto dolorosa, sono stati necessari. 
Ogni decisione presa la riprenderemmo un'altra volta, nella stessa situazione!
Oggi, quando la mattina apro la porta del soggiorno e i miei sei meravigliosi cani mi vengono incontro per salutarmi, istintivamente cerco il suo sguardo e il suo scodinzolio...e mi manca...
Piccoletto, ora hai un nome ed una famiglia tutta tua ed attenzioni, amore e cure solo ed esclusivamente per te. Non le dovrai dividere con nessun altro. Ma ricordati che nel profondo del nostro cuore per questo piccolo istante della tua vita sei stato tutto nostro, come la piccola Maya prima di te, e per noi sarai sempre il nostro adorabile piccoletto.
Il nostro augurio è poterti vedere crescere sereno, sapendo che il cane che un giorno diventerai, sarà anche un po' merito nostro, in particolare di Zac che ti ha accolto come un fratello più piccolo da coinvolgere nei suoi giochi, di Poldo che ha controllato ogni istante che non correste pericoli, di Maccocca che ti ha consentito di inseguirla e di giocare con lei, e anche di quei burberi di Enea e di Cleo che alla fine hanno contribuito alla tua socializzazione!

Auguri dolce piccoletto...buona vita

lunedì 21 settembre 2015

Il Rifugio Amici degli Animali

Il giorno dell'adozione di Zac



Giorni fa abbiamo trascorso la giornata al Rifugio Amici degli Animali di Gonnosfanadiga.
Non che questa sia una notizia di rilievo, dato che ci andiamo di frequente, ma è da quando siamo rientrati che mi passano per la testa mille pensieri.
L’alluvione di due anni fa’, oltre a portare distruzione in Sardegna, ha portato una cosa buona: ho avuto modo di avvicinare la realtà del Rifugio e conoscere alcune delle persone che fanno volontariato, per rendere la vita dei randagi migliore.
Il Rifugio è un luogo speciale, molto diverso dai vari canili o strutture di accoglienza che ricoprono il nostro territorio:ad oggi ospita circa 190 cani tra cuccioli, anziani, adulti, malati e disabili.
Ma non è il Rifugio che mi è rimasto impigliato nei pensieri, ma Caterina, la responsabile, Valeria, la figlia e Giampiero, marito e padre.
Caterina ti accoglie con il suo dolcissimo sorriso. Il sorriso è il suo personalissimo “marchio di fabbrica”.
E’ incapace di non sorridere, non può farne a meno.
E da quel sorriso sprigiona tutta la sua sensibilità e amore che ha verso il prossimo.
Donna intelligente, apparentemente fragile, ma sono certa non lo sia. Lo dimostra l’organizzazione perfetta e l’ordine, la pulizia e la dedizione con cui vengono accuditi, curati e, soprattutto, amati questi cani.
Tutti fanno riferimento a lei che, negli anni, ha lavorato di concerto con le istituzioni, che se pur collaborative sul territorio, conoscendo la sua generosità, approfittano sicuramente del suo gran cuore, demandandole problematiche costanti relative al randagismo.
Caterina difficilmente si tira indietro di fronte alle difficoltà. E il suo interessamento equivale a trovare soluzioni definitive a qualsiasi problema.
Ma Caterina non è solo questo.
Prima di tutto è moglie e madre.
Moglie di un uomo dolcissimo che sostiene ogni momento e, in ogni modo possibile, il grande lavoro organizzativo del Rifugio. Sicuro sostegno emotivo, sono certa che sia di grande ispirazione per Caterina e non solo.
Madre di una incantevole creatura: Valeria.
Tata Vale, così la chiamano tutti, è la “mamma” di tutti gli ospiti del Rifugio.
E’ una di quelle rare persone che vengono amate istintivamente da tutti i cani, anche da quelli che arrivano tra le sue braccia solo dopo aver subito i peggiori traumi.
Lei vive per loro e loro la amano incondizionatamente. Subiscono il suo fascino e lo ricambiano facendo leggere nei loro sguardi, prima impauriti e sofferenti, solo serenità e amore.
Il lavoro all’interno del Rifugio è veramente difficile e pesante. Mi viene da fare il paragone con quello delle casalinghe: lavorano sempre, senza un giorno di pausa. Organizzano se stesse e gli altri, tenendo tutto in ordine e pulito. Si prendono cura delle persone con cui vivono sia fisicamente che psicologicamente.
Direi che questo elenco calza sia per la casalinga che per le volontarie del Rifugio!
Ma per certi versi il lavoro della volontaria è anche più pesante e difficile: prendersi cura dei propri familiari è un discorso ma in Rifugio, abitano 190 creature che appartengono addirittura ad un’altra specie. Non sono autosufficienti nel mangiare, nel bere e nel curarsi, tanto meno nel tenere pulito il posto in cui risiedono!
Eppure Valeria, così come tutte le altre volontarie, dedica tutti i suoi momenti liberi a loro. Esce dal lavoro e va al Rifugio.
I giorni di festa li trascorre con loro e ogni sabato si mangia lì, con altre volontarie, all’ombra del grande ulivo al centro del Rifugio d’estate e ,d’inverno, con mille maglioni e giubbotti addosso per ripararsi dal freddo.
Il sabato e la domenica è un via vai di persone.
C’è chi va a portare una busta di crocchette o a disfarsi di vecchie coperte, che aiuteranno a combattere i rigori dell’inverno.
C’è chi va a vedere i nuovi arrivi: ci sono una ventina di cuccioli, tra quelli nati da mamme randagie e quelli abbandonati come spazzatura, appena finito lo svezzamento.
C’è chi porta i propri figli a conoscere la realtà dei cani che vivono rinchiusi in un box…e io spero che questo li renda adulti migliori di quelli che vedono in un cane “solo un cane”!
C’è chi, addirittura, trascorre qualche giornata al Rifugio, pur venendo da un’altra regione, per aiutare e offrire la forza delle proprie braccia a queste creature sfortunate.
C’è chi, come me, ogni tanto sente il forte impulso di farsi 200 km di strada per arrivare e, altrettanti per rientrare, solo per respirare quella magica atmosfera piena di amore e di serenità, che solo lì riesco a trovare.
Ho incontrato persone che conoscevo solo virtualmente e che, da nomi e foto su un pc, sono diventate persone reali e abbiamo chiacchierato e riso come fanno vecchie amiche cha hanno tante cose in comune.
L’amore per queste creature fa viaggiare i pensieri e i sentimenti all’unisono e crea collaborazioni e grande solidarietà inaspettate.
Il motto del Rifugio è: insieme si può…e i miracoli che accadono a Gonnosfanadiga ne sono la concreta dimostrazione.
E’ ora di partire – i chilometri da fare non sono pochi – e la nostalgia ti assale già.

L’unica cosa che mi consola è che a casa troverò un rifugio in miniatura che ci aspetta, ansioso di poterci fare le feste e che abbaierà all’impazzata… ma mi mancheranno gli abbracci sinceri di Caterina che ti dimostra tutta la sua stima facendoti conoscere la sua famiglia, ed il dolcissimo sguardo di Valeria, giovane donna che ha saputo prendere tutto il meglio da due genitori fantastici.

giovedì 13 agosto 2015

Gilda e il branco







Abbiamo ospitato per cinque giorni la cagnetta di un’amica, una shih tzu di otto anni di nome Gilda, che trascorre la sua vita in compagnia del babbo e della mamma, che l’adorano.
La presenza di Gilda in mezzo alla mia ciurma, composta da sei elementi, mi ha dato modo di riflettere e di assistere all’interazione dei miei cani con Gilda e viceversa.
Gilda è una cagnetta buonissima. E’ talmente buona che , talvolta, sembra un pupazzetto. 
Ma non ha mai avuto a che fare con altri suoi simili.
I primi tre giorni di Gilda in casa nostra sono trascorsi piuttosto serenamente: lei è stata la mia ombra per tutto il tempo, perché mi ha eletto  suo punto di riferimento. Se per caso mi trovava impegnata andava di buon grado ad accucciarsi vicino a Francesco. 
Non ha mai abbaiato né uggiolato.
Poldo, dal primo momento, non ha perso occasione per starle dietro. Leggendo il suo disagio di trovarsi in un ambiente perfettamente sconosciuto, le è stato vicino. Forse troppo vicino….
Gilda non essendo abituata ad atteggiamenti al limite del persecutorio, da parte di altri cani, con una bella ringhiata lo ha messo al suo posto.
Poldo tutto sconsolato, ha capito che la sua presenza era un po’ troppo ingombrante, perciò, ripiegate le armi, si è ritirato senza brontolare più di tanto.
Gli altri membri della ciurma, dopo le prime annusate e le chiare manifestazioni di Gilda di non essere disturbata, si sono dati ad altre attività.
Per essere una cagnetta poco avvezza alla presenza dei suoi simili, c’era da aspettarselo…
Al terzo giorno, però, l’abbiamo vista incuriosita dai traffici della ciurma.
In casa nostra, anzi, fuori da casa nostra, non può passare neanche una mosca senza che qualcuno di loro se ne accorga!
Quando questo succede parte il primo, in genere abbaiando come un ossesso, perché tutti siano avvisati della fine del mondo, e seguono a ruota gli altri cinque, sgommando e facendo polvere come in un vecchio film western…
Gilda, incuriosita dal movimento, ha iniziato a seguirli almeno sino alla porta di casa…
Abbiamo sperato che quello fosse il segnale che stesse cercando di integrarsi con gli altri, invece, oltre alla curiosità che l’ha spinta a seguirli, non ha voluto saperne di stare un po’ con loro.
A parte questo, speravo che volesse scoprire di più dei suoi simili, invece, è rimasta chiusa in se stessa. Ha cercato soltanto le carezze mie e di Francesco.
Con la mamma di Gilda abbiamo parlato a lungo di questo, perché, ovviamente, il benessere della sua bimba è fondamentale, e anche lei conviene che avrebbe bisogno della compagnia di un suo simile.
Gilda vivrebbe benissimo così, per tutti gli anni che le rimangono da vivere, sperando che siano tantissimi. Sicuramente ci sono tantissimi cani che hanno vissuto la loro vita da figli unici e non ne avrebbero voluto un’altra!
Ma è bello pensare che ci sono persone come la mamma di Gilda che, nonostante il proprio cane abbia già otto anni, hanno voglia di imparare ancora, hanno voglia di mettersi in gioco per rendere la vita dei propri cani migliore.
Per lo meno, io ritengo che un cane che abbia la compagnia dei propri simili, sia più felice. Ma sono consapevole che non tutti la pensano così.
Gilda avrà la possibilità di confrontarsi con un suo pari e potrà, così, gioire della sua compagnia. Potrà scoprire il gioco, che con gli umani è decisamente diverso, potrà scoprire nuovi legami che non sono uguali a quelli con la mamma ed il babbo umani, ma che talvolta diventano ancora più intensi ed esclusivi…
La permanenza qui, al di fuori della sua quotidianità accantonata per la prima volta, è stata sicuramente positiva per Gilda. Ora sa che c’è tutto un mondo fuori che può scatenare la sua curiosità.
E’ stato positivo il distacco con il babbo e la mamma umani: ora ha la certezza che comunque ritornano!
Anche se c’è da dire che, nei giorni successivi al suo rientro a casa, la piccola Gilda è stata incollata alla mamma come un’ombra!!!
Ma l’aspetto più bello di questa esperienza è sapere che, molto probabilmente, nella vita di Gilda entrerà un suo simile, scelto da un rifugio, così da avere la bellissima opportunità di essere amato da due genitori fantastici, e a sua volta, di portar loro tantissimo amore in modo da far sciogliere anche il cuoricino pulsante di quel tenero pupazzetto…
La principessa che non si è fatta sedurre neanche dalle insistenti attenzioni del magnifico Poldo!
Ci auguriamo che Gilda trovi il suo principe che, con la chiave giusta, apra la porta del suo cuore, per farle scoprire la gioia di essere il cane speciale che è ma non sa di essere…

Gilda, fidati, in due è ancora meglio!

martedì 28 luglio 2015

Charlie



Oggi sono andata in visita al rifugio del mio cuore, quello che ha dato i natali, si fa per dire, a buona parte della mia famiglia a quattro zampe. 

Non ero sola. Ho accompagnato mia sorella. 
Qualche mese fa era riuscita a mantenere la promessa fatta al suo vecchio Fly. Adottandolo da un canile sardo all'età di dieci anni, malato di leishmaniosi e cardiopatico, lo aveva portato a casa e gli aveva promesso di amarlo sino all'ultimo istante della sua esistenza. 
Poi gli aveva giurato solennemente che lo avrebbe accompagnato nel suo ultimo viaggio riempiendolo di baci e carezze. 
Fly se n'è andato tra le sue braccia.  Amato e lavato dalle lacrime della mamma che gli ha regalato la dignità perduta con l'abbandono. Ribattezzato a nuova forma, quella di angelo.
Così Fly ha lasciato un posto vacante. E come non dare un'opportunità di riscatto anche ad un altro cagnolino anziano? Tra l'altro,  la compagna di questi ultimi anni di Fly, Trilly, anche lei una gentile signorina anzianotta, è rimasta sola....
Così ho chiamato Caterina,  la responsabile del rifugio del mio cuore: "Cate non è che per caso ti avanza un anzianotto bisognoso di coccole da far conoscere ad una signorina attempata, ma molto tranquilla e ad una madre che ha amore da regalare a fiumi?"
Dopo un breve consulto e un incrocio di sguardi su uno schermo di un PC (l'amore può scaturire anche da un alito di vento...) mia sorella ha scelto Charlie. 
Lui è la matricola numero 1 del rifugio. Il primo cane salvato dal randagismo. Viveva da un po' in una piazza del paese, ma una brutta infezione ad un occhio ha reso necessario l'intervento delle volontarie per poterlo curare. Così nel 2007 è entrato in rifugio. La prima anima salvata dall'amore, dalle cure e dalla dedizione di Caterina,  dalla figlia Valeria e da tutte le tate che a turno hanno votato la loro vita perché queste creature possano vivere una vita dignitosa. 
Ma uno dei compiti più difficili è quello di trovar loro una famiglia.  È l'impegno principale per tutte loro, non meno importante di dar loro da mangiare o curarli quando sono malati.  Trovare una famiglia per ciascuno di loro è l'obiettivo principale di ogni giornata trascorsa al rifugio, dalle 6,30 del mattino sino alle 19 di sera di tutti i giorni dell'anno, feste incluse.
Ma per il piccolo Charlie,  che allora aveva circa un anno, non ci sono state richieste. Lui ha vissute le sue giornate, una dopo l'altra,  di questi otto lunghi anni, insieme alla sua compagna di box Claretta e agli altri compagni del rifugio. Un cagnetto mite, socievole e bisognoso di amore. Con lo sguardo sereno, profondo, pronto a riversare tutto l'amore di cui ha pieno il cuore.
Stamattina,  quando siamo arrivate al rifugio, è bastato sentire urlare il suo nome, che è arrivato scodinzolante e, direi, sorridente. Si è fatto prendere in braccio e accarezzare come se conoscesse mia sorella da sempre. Ha ricambiato le carezze con tantissimi baci e gli occhi languidi dell'età.  
Non sono mancate le lacrime, al momento dei saluti.
In quei momenti nell'aria del rifugio si sprigionano emozioni contrastanti fatte di gioia, per il successo di un'adozione che va a buon fine, di nostalgia che ti assale, ricordando ogni istante trascorso a rendere felici creature come Charlie,  preoccupazione per il suo futuro che, dopo otto anni di routin, deve ricominciare da capo, creando nuovi legami in una casa che non conosce con persone e compagni che non conosce...
Poi ci si fa coraggio e Caterina ti stringe forte tra le lacrime e tu, in questo caso mia sorella, vai via con in braccio un prezioso fardello, da amare e proteggere a costo della propria vita.
Abbiamo viaggiato per due ore alla volta di una nuova vita per Charlie e per mia sorella...
Arrivato a casa dopo un viaggio sereno, ha annusato la sua nuova compagna Trilly, ma si riserva la facoltà di approfondire la conoscenza di quella dolce creatura tutta bianca, morbida e vaporosa.
Ha conosciuto la sorella quindicenne, umana, da cui si è fatto accarezzare serenamente.  Poi si è messo in posa per le foto di rito da inviare a Caterina,  per rassicurarla che va tutto bene, sfoderando il migliore sorriso per la macchina fotografica!  " Cate, io non sto capendo più niente,  ma dalla prima impressione sembrano tutte brave persone! Ti farò sapere come mi troverò in questa nuova vita...ma sta serena per me e sii felice, perché questa nuova mamma mi ha promesso cose bellissime...e vorrei darle fiducia!"
Poi ha deciso di essere l'ombra di quella nuova mamma che trasmette amore e dolcezza da ogni sguardo e da ogni sorriso...il resto si vedrà! 
Buona nuova vita Charlie.  Ben venuto nella nostra famiglia delizioso nipotino...qui ti aspettano tanti cugini per nuove avventure!