martedì 29 settembre 2015

Tu chiamale se vuoi..adozioni!



Qualche giorno fa' il cucciolo che abbiamo tenuto in stallo per quasi un mese, ha raggiunto la sua nuova famiglia.
È  necessario,  però,  fare un passo indietro per rivivere ogni istante di questa vicenda che, non solo ci ha colpito profondamente a livello emotivo,ma ci ha anche insegnato veramente tanto.
Ai primi di settembre vengo contattata da una volontaria della mia città, la stessa che aveva affidato alle nostre cure la piccola Maya, in seguito felicemente adottata, che mi chiede la disponibilità ad ospitare un cucciolo di quattro mesi abbandonato al proprio destino.
In quei giorni pioveva ed il cucciolo non aveva trovato,nonostante  varie segnalazioni, alcun tipo di sistemazione, né provvisoria né definitiva...se non uno stallo da parte di una ragazza che, però,  sarebbe stata disponibile non prima di una settimana. Così decidiamo di accoglierlo noi, consapevoli che il nostro piccolo branco non avrebbe che potuto giovare a quella giovane vita così impaurita dalle avversità a cui stava andando incontro.
Vengo contattata dalla volontaria a cui è stato segnalato e che gli sta portando da mangiare ma non lo può tenere al riparo. Le dico che lo possiamo tenere noi ma che, ovviamente il cagnetto deve essere opportunamente vaccinato, dato che la presenza di altri sei cani potrebbe non essere salutare per il cucciolo, e viceversa! Dopo alcuni momenti di perplessità per questa mia richiesta,  la volontaria si vede costretta a portarlo dal veterinario perché altrimenti il cucciolo rischia di rimanere sotto la pioggia.
In realtà, scoprirò soltanto dopo che il cucciolo è stato spostato e rinchiuso in un garage, da dove si dispera e piange...
È un sabato sera, piuttosto grigio dalla pioggia che ci ha accompagnato in questi giorni, e il cucciolo viene portato a casa nostra dove, dopo pochi minuti, viene coinvolto dal piccolo Zac in mille giochi irrefrenabili!
Mi lasciano un sacco di croccantini per cuccioli, una pipetta di antiparassitario e una compressa da dare al piccolo per sverminarlo....
Nei giorni successivi non ricevo né chiamate né messaggi per sapere come stia il cucciolo, ma non mi metto molti problemi: invio di mia iniziativa foto e aggiornamenti costanti sul piccoletto, così come mi preoccupo di farlo conoscere sulla pagina Facebook dei miei cani, affinchè chi già segue le nostre storie, possa conoscere la sua e magari possa darci una mano a trovargli una casa al più presto.
Il cucciolo è adorabile: carattere mite, si è integrato perfettamente nel nostro branco, acquisendo in pochissimo tempo tutte le regole della casa. L'unica nostra preoccupazione era il suo stato di salute: avevamo notato che si stancava con troppa facilità per essere un cucciolo di quattro mesi, tanto da pensare che ci potesse essere qualcosa che non andasse nel suo stato di salute.
Dopo giorni che non arrivava nessun tipo di richiesta di adozione, ci è stata chiesta la disponibilità a ricevere alcune persone interessate a conoscerlo e a proseguire lo stallo. E noi, ovviamente non ci siamo tirati indietro, facendo presente alla volontaria le nostre perplessità sulla salute del cucciolo, e che ritenevamo più opportuna un'adozione in Sardegna,  per non sottoporre il piccolo a stress inutili. Ovviamente avremmo capito e fatto buon viso a cattivo gioco, se le richieste di adozione fossero arrivate esclusivamente da fuori regione.
Così riceviamo due visite, una delle quali ci colpisce molto favorevolmente e ci premuriamo di farlo sapere alla volontaria  che prontamente organizza un colloquio di pre affido a casa della signora, dove vado anche io e, dove ho la possibilità di confermare tutte le sensazioni positive del primo incontro, avvenuto con me e Francesco.
Rientrando a casa la volontaria, nonostante mi avesse appena confermato anche una sua sensazione positiva, mi dice che quasi sicuramente il piccolo andrà fuori regione, e che la decisione definitiva non è la sua in quanto lei fa parte di un'associazione. A casa ci aspetta Francesco che a questa notizia è contrariato quanto me. Alla richiesta di motivazioni ci dice che, qualora dovesse andar male l'adozione, il cucciolo verrebbe  preso in carico dalla volontaria locale che, a quel punto, si dovrebbe occupare di trovare un'altra sistemazione,  altrimenti, rimanendo qui e non andando bene l'adozione loro, come associazione, non saprebbero assolutamente dove metterlo. Così ci proponiamo immediatamente come "ultima spiaggia" assicurandole che se ci fossero stati problemi, lo avremo ripreso con estremo piacere.
Certi che questo li avrebbe fatti desistere dal volerlo a tutti i costi far viaggiare, attendiamo la loro decisione.
Il mattino seguente sollecito una risposta: il cane andrà fuori! La signora non ha le capacità e le giuste caratteristiche per adottare un cane..."tu vuoi che rimanga solo per egoismo"...mi sento dire. Così continuo a chiedere motivazioni plausibili, non quelle che mi dice  la volontaria, che appaiono alquanto lacunose e, soprattutto menzognere!
Inizio ad agitarmi, perché più chiedo lumi e più si cerca di buttare fumo negli occhi e la situazione mi sembra sempre meno chiara. Così, con Francesco che seguiva la conversazione,  decidiamo di "tagliare la testa al toro" e ci offriamo di tenere noi il piccolo che, dopo dieci giorni,  si è perfettamente integrato ed è piuttosto sereno.
La volontaria mi dice che va bene...ma che mi deve fare il pre affido...e poi il post affido...
Non voglio commentare queste assurdità,  perché di assurdità si tratta!!!
Sembrava che la situazione si fosse risolta e, soprattutto, preoccupati dallo stato di spossatezza del piccoletto,  dato che ne eravamo ormai responsabili "in toto", iniziamo a chiamare la nostra veterinaria per fissare un appuntamento.
Nel pomeriggio ho iniziato a ricevere varie telefonate da persone sconosciute e non, sollecitate dalla volontaria: perché io non voglio più dare il cane!
All'educatrice cinofila che, a titolo gratuito, si occupa delle adozioni e dei pre affidi della fantomatica associazione (di cui ancora nessuno mi ha saputo dire il nome), spiego le nostre ragioni e lei, che si è occupata del pre affido fuori regione, si dimostra disponibile ad un colloquio con la signora e a rivedere la scelta di mandare il cagnetto fuori.
Non sto a raccontarvi le altre telefonate ricevute perché, se le persone che mi hanno chiamato non mi avessero conosciuto, avrebbero potuto pensare, da quello che riferiva la volontaria, che io fossi una pazza furiosa che una mattina si sveglia ed inizia ad accumulare cani a casa sua per chissà quale scopo!!!!!
Successivamente mi richiama la volontaria per fissare questo nuovo appuntamento di pre affido con la signora precedentemente scartata.
Ho fatto due domande durante la conversazione telefonica: la prima era "ma come si chiama l'associazione per cui fai volontariato?"domanda caduta nel vuoto...la seconda è stata "ma come mai se ieri avete accettato che lo tenessimo noi, avete deciso di rivedere il colloquio di pre affido della signora già scartata." Non so quale tasto io abbia premuto, ma a quel punto la volontaria ha perso il lume della ragione e, urlando, a rischio di sentirsi male, ha iniziato ad inveire dicendomi che non decidevo io chi poteva tenere il cane, ma solo lei lo poteva stabilire, e che lei stava andando a denunciarmi ai Carabinieri perché aveva il suo libretto sanitario....
Non sono riuscita a dirle che è il microchip che stabilisce la proprietà del cane, cosa di cui mi è stato affidato sprovvisto, e che proprio questa mancanza le avrebbe potuto portare guai. Come associazione avrebbe dovuto sapere che il cane sarebbe dovuto essere microchippato, visitato e vaccinato, prima di essere affidato anche solo temporaneamente!
Ma tutte queste cose non gliele ho potute dire...mi aveva già chiuso il telefono...
Volevo parlare nuovamente con l'educatrice cinofila...ma non ne ho avuto il tempo. Da lì a poco è arrivata la volontaria in delegazione con altre due che, con fare poco garbato e senza preavviso,  si sono presentate a casa nostra per prendere il cane!
Le minacce di denuncia sono continuate anche lì. Abbiamo fatto presente che non avevano alcun diritto dato che non avevano fatto microchippare il piccolo.
Ci hanno dato ragione.
Abbiamo chiesto chi fossero e ci è stato risposto che noi non dovevamo sapere niente di loro! Ma dietro nostre insistenze hanno dato il nome di un'associazione che notoriamente non fa volontariato in questo modo....
Dopo una conversazione infarcita di parecchie bugie, che ci hanno convinto sempre più della correttezza della nostra decisione di tutelare a tutti i costi il cucciolo, siamo rientrati in casa....ed è stata una serata ed una notte lunghissima...
Mi hanno chiamato alcune volontarie che hanno capito chiaramente che chi aveva trovato il cagnetto non stava agendo nel rispetto delle normative e, tanto meno, della semplice logica di tutela del piccolo.
Ho parlato nuovamente con l'educatrice cinofila che non è riuscita a capacitarsi di tutta questa situazione. 
Infine, mi ha chiamato la signora a cui è stato fatto il pre affido, fuori regione.
Ha voluto a tutti i costi capire cosa stesse succedendo perché da parecchi giorni aveva firmato il modulo di adozione e aspettava soltanto che il cane partisse con il primo passaggio disponibile, da lì a qualche giorno!
A quel punto abbiamo capito cosa stava succedendo: i pre affidi gestiti dalle volontarie in maniera superficiale, nonostante l'educatrice cinofila avesse dato disposizioni chiare in merito, hanno portato alla decisione di far partire il cane. 
Ma anziché smettere di fare colloqui, spiegando che il cane aveva già trovato un'ottima sistemazione,  hanno continuato a fissare appuntamenti.  
Così, per motivare un diniego nei confronti della signora che era venuta a casa nostra, hanno preferito definirla persona non idonea, quindi escludendola definitivamente da qualsiasi altra possibile  adozione!!
La situazione stava diventando sempre più intricata.
Lo stallo di un cucciolo era ufficialmente diventato un incubo: per noi, terrorizzati che il piccoletto potesse finire in una brutta situazione,  per la futura adottante perché,  nonostante avesse fatto tutto come previsto dalle regole comuni, si vedeva negata la possibilità di avere il cagnetto di cui si era innamorata!
E tutti, sia noi che lei, abbiamo costantemente pensato che dietro tutte queste bugie, minacce e poca chiarezza,  ci fossero interessi economici...
Dopo una notte insonne io e Francesco abbiamo deciso, prima di tutto, di occuparci personalmente dell'adozione del piccolo. I rapporti per tutte le decisioni, sarebbero stati diretti, tra noi e la futura adottante che sarebbe stata costantemente aggiornata su tutto, sino al momento della partenza.
Il giorno successivo è stato portato dalla nostra veterinaria per effettuare tutti i prelievi  e all'anagrafe canina per inoculargli il microchip.
Dagli esami fatti sono risultati sospette Herlichia e Rickettia...ecco che quindi sono stati confermati i nostri dubbi. 
Abbiamo iniziato la cura e informato la futura adottante...

Nel cuore rimane tanta amarezza. Se le volontarie avessero agito con coscienza e secondo la legge, avrebbero scoperto subito i problemi di salute del cucciolo e avrebbero potuto iniziare le cure tempestivamente. 
Se avessero parlato con noi, che lo tenevamo in stallo, con maggiore trasparenza, intanto avrebbero avuto molte informazioni sul cane, cosa che non avevano, e non si sarebbero mai create situazioni sgradevoli così come è successo..
Se si lavorasse di concerto ed in maniera intelligente, tutti noi nel nostro piccolo potremmo fare qualcosa. 
Noi abbiamo scelto di adottare dal canile e di offrire la nostra collaborazione, quando è possibile, tenendo in stallo un cucciolo in attesa di adozione.
Ma se persone che si definiscono "volontarie" operano in questo modo, il loro cattivo operato inficia quello di numerose Volontarie  (con la v maiuscola) che operano nel pieno rispetto dei piccoli che salvano, delle leggi e delle persone con cui collaborano, siano essi adottanti piuttosto che stallanti.

Oggi il piccoletto non è più nella nostra casa, protetto da queste mura, scaldato dal nostro amore e tutelato dalla nostra coscienza. Ora il compito di vegliare sulla sua sicurezza e sulla sua salute è di una famiglia meravigliosa che ha già avuto cani e che oggi, consapevolmente, ha deciso di far crescere il proprio bambino di sei anni con il supporto, la compagnia, la gioia di un cagnetto. 
E hanno scelto proprio lui!
Oggi so che la nostra è stata la decisione giusta. Tutti i passaggi di questa vicenda, a momenti molto dolorosa, sono stati necessari. 
Ogni decisione presa la riprenderemmo un'altra volta, nella stessa situazione!
Oggi, quando la mattina apro la porta del soggiorno e i miei sei meravigliosi cani mi vengono incontro per salutarmi, istintivamente cerco il suo sguardo e il suo scodinzolio...e mi manca...
Piccoletto, ora hai un nome ed una famiglia tutta tua ed attenzioni, amore e cure solo ed esclusivamente per te. Non le dovrai dividere con nessun altro. Ma ricordati che nel profondo del nostro cuore per questo piccolo istante della tua vita sei stato tutto nostro, come la piccola Maya prima di te, e per noi sarai sempre il nostro adorabile piccoletto.
Il nostro augurio è poterti vedere crescere sereno, sapendo che il cane che un giorno diventerai, sarà anche un po' merito nostro, in particolare di Zac che ti ha accolto come un fratello più piccolo da coinvolgere nei suoi giochi, di Poldo che ha controllato ogni istante che non correste pericoli, di Maccocca che ti ha consentito di inseguirla e di giocare con lei, e anche di quei burberi di Enea e di Cleo che alla fine hanno contribuito alla tua socializzazione!

Auguri dolce piccoletto...buona vita

lunedì 21 settembre 2015

Il Rifugio Amici degli Animali

Il giorno dell'adozione di Zac



Giorni fa abbiamo trascorso la giornata al Rifugio Amici degli Animali di Gonnosfanadiga.
Non che questa sia una notizia di rilievo, dato che ci andiamo di frequente, ma è da quando siamo rientrati che mi passano per la testa mille pensieri.
L’alluvione di due anni fa’, oltre a portare distruzione in Sardegna, ha portato una cosa buona: ho avuto modo di avvicinare la realtà del Rifugio e conoscere alcune delle persone che fanno volontariato, per rendere la vita dei randagi migliore.
Il Rifugio è un luogo speciale, molto diverso dai vari canili o strutture di accoglienza che ricoprono il nostro territorio:ad oggi ospita circa 190 cani tra cuccioli, anziani, adulti, malati e disabili.
Ma non è il Rifugio che mi è rimasto impigliato nei pensieri, ma Caterina, la responsabile, Valeria, la figlia e Giampiero, marito e padre.
Caterina ti accoglie con il suo dolcissimo sorriso. Il sorriso è il suo personalissimo “marchio di fabbrica”.
E’ incapace di non sorridere, non può farne a meno.
E da quel sorriso sprigiona tutta la sua sensibilità e amore che ha verso il prossimo.
Donna intelligente, apparentemente fragile, ma sono certa non lo sia. Lo dimostra l’organizzazione perfetta e l’ordine, la pulizia e la dedizione con cui vengono accuditi, curati e, soprattutto, amati questi cani.
Tutti fanno riferimento a lei che, negli anni, ha lavorato di concerto con le istituzioni, che se pur collaborative sul territorio, conoscendo la sua generosità, approfittano sicuramente del suo gran cuore, demandandole problematiche costanti relative al randagismo.
Caterina difficilmente si tira indietro di fronte alle difficoltà. E il suo interessamento equivale a trovare soluzioni definitive a qualsiasi problema.
Ma Caterina non è solo questo.
Prima di tutto è moglie e madre.
Moglie di un uomo dolcissimo che sostiene ogni momento e, in ogni modo possibile, il grande lavoro organizzativo del Rifugio. Sicuro sostegno emotivo, sono certa che sia di grande ispirazione per Caterina e non solo.
Madre di una incantevole creatura: Valeria.
Tata Vale, così la chiamano tutti, è la “mamma” di tutti gli ospiti del Rifugio.
E’ una di quelle rare persone che vengono amate istintivamente da tutti i cani, anche da quelli che arrivano tra le sue braccia solo dopo aver subito i peggiori traumi.
Lei vive per loro e loro la amano incondizionatamente. Subiscono il suo fascino e lo ricambiano facendo leggere nei loro sguardi, prima impauriti e sofferenti, solo serenità e amore.
Il lavoro all’interno del Rifugio è veramente difficile e pesante. Mi viene da fare il paragone con quello delle casalinghe: lavorano sempre, senza un giorno di pausa. Organizzano se stesse e gli altri, tenendo tutto in ordine e pulito. Si prendono cura delle persone con cui vivono sia fisicamente che psicologicamente.
Direi che questo elenco calza sia per la casalinga che per le volontarie del Rifugio!
Ma per certi versi il lavoro della volontaria è anche più pesante e difficile: prendersi cura dei propri familiari è un discorso ma in Rifugio, abitano 190 creature che appartengono addirittura ad un’altra specie. Non sono autosufficienti nel mangiare, nel bere e nel curarsi, tanto meno nel tenere pulito il posto in cui risiedono!
Eppure Valeria, così come tutte le altre volontarie, dedica tutti i suoi momenti liberi a loro. Esce dal lavoro e va al Rifugio.
I giorni di festa li trascorre con loro e ogni sabato si mangia lì, con altre volontarie, all’ombra del grande ulivo al centro del Rifugio d’estate e ,d’inverno, con mille maglioni e giubbotti addosso per ripararsi dal freddo.
Il sabato e la domenica è un via vai di persone.
C’è chi va a portare una busta di crocchette o a disfarsi di vecchie coperte, che aiuteranno a combattere i rigori dell’inverno.
C’è chi va a vedere i nuovi arrivi: ci sono una ventina di cuccioli, tra quelli nati da mamme randagie e quelli abbandonati come spazzatura, appena finito lo svezzamento.
C’è chi porta i propri figli a conoscere la realtà dei cani che vivono rinchiusi in un box…e io spero che questo li renda adulti migliori di quelli che vedono in un cane “solo un cane”!
C’è chi, addirittura, trascorre qualche giornata al Rifugio, pur venendo da un’altra regione, per aiutare e offrire la forza delle proprie braccia a queste creature sfortunate.
C’è chi, come me, ogni tanto sente il forte impulso di farsi 200 km di strada per arrivare e, altrettanti per rientrare, solo per respirare quella magica atmosfera piena di amore e di serenità, che solo lì riesco a trovare.
Ho incontrato persone che conoscevo solo virtualmente e che, da nomi e foto su un pc, sono diventate persone reali e abbiamo chiacchierato e riso come fanno vecchie amiche cha hanno tante cose in comune.
L’amore per queste creature fa viaggiare i pensieri e i sentimenti all’unisono e crea collaborazioni e grande solidarietà inaspettate.
Il motto del Rifugio è: insieme si può…e i miracoli che accadono a Gonnosfanadiga ne sono la concreta dimostrazione.
E’ ora di partire – i chilometri da fare non sono pochi – e la nostalgia ti assale già.

L’unica cosa che mi consola è che a casa troverò un rifugio in miniatura che ci aspetta, ansioso di poterci fare le feste e che abbaierà all’impazzata… ma mi mancheranno gli abbracci sinceri di Caterina che ti dimostra tutta la sua stima facendoti conoscere la sua famiglia, ed il dolcissimo sguardo di Valeria, giovane donna che ha saputo prendere tutto il meglio da due genitori fantastici.