mercoledì 10 maggio 2017

La nuova Polly

Sono trascorsi appena più di due anni dall'arrivo in casa di Polly.
Da poche settimane, come se una vocina dentro di se le avesse detto "amica cara, forse è arrivato il momento di iniziare a vivere", stiamo assistendo con grande commozione, al lento spiccare il volo di una meravigliosa farfalla.
Chiusa nel suo bozzolo, ha vissuto passivamente la sua vita: è stata a guardare gli altri fratelli vivere, giocare.
Ha dormito per due anni...
Ha dormito sul divano, nelle cucce, sui lettini per prendere il sole. Ha dormito ovunque, ma sempre in disparte. Lontano dalle corse sfrenate, lontano dalle partite di caccia alle lucertole, lontano dall'abbaiare contro gli estranei che si avvicinavano al cancello, lontano dagli inseguimenti dei ciclisti lungo il muro di cinta.
Nel suo piccolo mondo ha superato la paura della pioggia e del vento fidandosi di me e Francesco: istintivamente ha capito che noi siamo la sua protezione, il suo porto sicuro. Se piove o fa vento, lei si accuccia vicino ad uno di noi due e subito il respiro rallenta, lo sguardo impaurito lascia posto ad un sonno ristoratore, protetto da chi la ama immensamente. 
Ha superato con grande fatica la paura degli estranei: prima cercava di rendersi invisibile. Si cercava la cuccia più defilata e, con lo sguardo fisso verso il muro, si isolava lontano dai pericoli.
Questi due anni con noi sono stati scanditi dal ritmo del cibo, del riposo e nient'altro, a parte le coccole. Di quelle ne ha chieste e ricevute in quantità. Non ci siamo mai stancati di accarezzarla ed abbracciarla. Si, lei chiede di essere abbracciata: allunga il suo musino e ti si insinua tra le braccia. Allora ti regala il più bello dei suoi sguardi innamorati ed i suoi occhi, del colore dell'ambra, si illuminano e perdono la paura che lascia il posto all'amore, quello vero, senza fronzoli! 
Tutto questo è ciò che è accaduto sino a ieri.
Oggi assistiamo increduli alla nascita di una nuova Polly.
Ha iniziato timidamente a cercare i fratelli per giocare, magari solo per pochi minuti, ma era pur sempre un inizio. Ora lo fa sempre più spesso e, vederla correre in inseguimenti sfrenati, con Poldo, Zac e Maccocca,  è una gioia immensa.  
Se prima, mentre lavoravamo in giardino,  lei non osava seguirci, cosa normale per gli altri cinque,  oggi usciamo tutti insieme.  Lei si gode il sole o, sempre più spesso ingaggia, con Poldo, gare di cattura delle malcapitate lucertole.
Oggi corre. 
Corre libera e felice per raggiungere i fratelli. Corre facendoci sentire il suo abbaiare fragoroso per l'arrivo del postino, che detesta! Corre quando la chiami perché li devi chiudere in casa quando  arriva un ospite, ed è nostra abitudine non farli trovare in giardino durante le manovre delle macchine. Corre quando riapro la porta, almeno per vedere chi è arrivato...e se non ha troppa paura, si avvicina a salutare. Corre con Poldo. Vederli correre insieme all’impazzata è l'immagine più bella in assoluto. 
È lì che dentro di me capisco che ne è valsa la pena. 
Non è stato semplice decidere di portarla a casa.
Avevamo già adottato Poldo un anno prima, e con Cleo, Enea e Maccocca erano già quattro cani da seguire. Ma Polly, per colpa nostra, non aveva più voglia di vivere. Le abbiamo portato via l' ultimo suo più grande compagno di vita. Da un lato ci siamo sentiti tremendamente in colpa ed inermi, dall'altro lato sapevamo che non poteva continuare a vivere così e che, quindi,  bisognava prendere una decisione per ridare la vita ad una creatura che si stava spegnendo lentamente.
La nostra è stata una decisione di pancia ed è stata abbondantemente ripagata.
Lei ha capito tutto sin dal primo momento. Ma la paura l'ha paralizzata per quasi due anni. Il suo trascorso,  a noi ignoto, non dev'essere stato dei più spensierati. Tutt'oggi,  nonostante l'amore incondizionato che ci esprime ad ogni sguardo, se la incroci in giardino in maniera un po' improvvisa, tende a ritrarsi impaurita. Poi torna sui suoi passi e cerca una carezza, serena.
Ma quel ritrarsi,  come se avesse paura di essere picchiata, per me è sempre una stretta allo stomaco. Vorrei essere nella sua testa per conoscere il suo passato,  prima di arrivare al Rifugio di Gonnosfanadiga. Ma soprattutto,  vorrei avere il potere di cancellare,  come per magia, ogni sua ansia, dubbio, timore, per farle capire che questa sua rinascita non può che portarla a spiccare il volo della libertà.