sabato 30 maggio 2015

Fly






Qualche anno fa mia sorella aveva un sogno: adottare un cane anziano.
Nel suo smisurato cuore, voleva che trovasse casa un cane che nessuno avrebbe mai adottato.
Così, iniziò a contattare i vari canili di zona per andare a conoscere i casi più improponibili.
L'adozione, allora, non sarebbe stata immediata perché attendeva che le consegnassero la casa dove doveva andare ad abitare, con tanto di cortile, dove il nuovo arrivato avrebbe trovato l'amore di una famiglia composta da babbo, mamma e sorella umana, una sorella canina già attempata e dieci tra fratelli e sorelle felini!
Insomma, sicuramente un cane anziano, a casa di mia sorella, non sarebbe potuto morire di solitudine!
 
La ricerca la portò a conoscere ben due cani anziani di un canile all'avanguardia nella zona di Alghero, ma erano talmente anziani e malconci che, prima uno e poi l'altro, subito dopo l'adozione a distanza, sono volati a miglior vita.
Mia sorella era affranta.
 
Un giorno, però, vide un post su Facebook nella pagina della Lida di Olbia, nel quale si parlava di un beagle di circa 10 anni, loro ospite da un anno, ancora in cerca di una famiglia...
 
Ecco...sembrava che quel post fosse stato scritto per lei, da sempre innamorata dei beagle, lui era per giunta anziano...una combinazione perfetta!
Fu così che inizio una lenta conoscenza con la responsabile della Lida durata un paio di mesi, giusto il tempo che fosse consegnata la tanto attesa casa col cortile!
 
A gennaio del 2013 io e Francesco accompagniamo mia sorella ad Olbia a prendere Fly...
Ci accoglie un delizioso beagle decisamente attempato, con tanto di leishmaniosi e cardiopatia, che lo costringono a costanti cure farmaceutiche.
Fly entra in macchina e, in un istante, anche nei nostri cuori. 
 
Mia sorella se ne innamora in un battito di ciglia.
Non di meno ama Trilly, la cagnetta di famiglia, ma con lei è stato tutto diverso: Trilly e  la mia Cleo sono state le nostre prime cagnoline, quelle che ci hanno aperto il cuore allo sconosciuto mondo a quattro zampe.
Le nostre piccole non hanno sofferto né la fame né tanto meno l'abbandono, al contrario di Fly.
 
Non oso immaginare cosa abbia potuto provare quel cagnolone, abbandonato alla sua età, per poi vivere in una struttura insieme ad altre centinaia di cani...al solo pensiero mi vengono i brividi! 

Ma i tempi bui per Fly erano finiti. 

Ad accoglierlo una casa, del buon cibo, cure e soprattutto tantissimo amore. 

Gli effetti si sono visti da subito: non solo nel tempo è migliorato il suo quadro clinico, ma ad occhio nudo si vedeva che era rinato.
E lui non smetteva di dimostrare la sua gratitudine elargendo effusioni persino a Trilly, che riempiva di baci in continuazione!

Fly nella bella stagione è venuto più volte a trovarci e col suo fare curioso ci ha strappato tanti sorrisi.
Accolto a suon di ringhiate dal solito Enea e dalle giuste feste di Poldo, ottimo padrone di casa, nel nostro giardino non stava un attimo fermo.
Continuava ad annusare ogni singolo filo d'erba forse per imprimere nella memoria quegli odori che lo facevano sentire ancora giovane.
Ed effettivamente qui in campagna si ringalluzziva in particolar modo con Maccocca, stregato dal fascino della bionda fatale!!!

Pippofranco, così lo chiamava Francesco, per quella sua andatura un po' altalenante e allo stesso tempo sornione, quando ci vedeva ci faceva grandi feste.
Fly non poteva trovare più amore di quello che ha avuto sino ad oggi.

Ad oggi...si...perché Fly oggi ha scelto di andare via, senza preavviso, quasi a non voler arrecare disturbo, dalla famiglia che lo ha così tanto amato e che gli ha regalato una seconda giovinezza.
 
Oggi Fly ha deciso di far compagnia al nostro angelo magico Gigi, sotto il nostro bellissimo noce che li ospita entrambi, uno accanto all'altro...in un abbraccio infinito...scodinzolanti e per sempre sereni...col ricordo impresso per sempre nei loro cuori,  di tutto l'amore ricevuto.

Grazie Fly per essere entrato nelle nostre vite rendendole migliori...ora vivremo protetti e sicuri della vostra eterna presenza.
Il cuore della tua mamma ancora più grande per tutto l'amore che hai saputo darle, ospiterà un'altro essere speciale...uno di quelli che nessuno mai vuole...anziano e senza speranze...

giovedì 28 maggio 2015

46




46...46 anni...
Ma siamo sicuri che oggi io compio 46 anni?
Sarà...ma io sono ancora quella bambina della foto!
 
Casomai me ne potessi dimenticare, ho iniziato a ricevere auguri di buon compleanno dalla mezzanotte del 28 maggio.
Ero stranamente sveglia (in genere faccio concorrenza alle galline!)...così sono entrata nella mia giornata di festa, che ancora giorno non era!!
 
Oggi è il giorno in cui ritorno bambina, o meglio, in cui posso essere la bambina della foto senza che nessuno pensi di propormi una visita psichiatrica, o peggio, un ricovero coatto!
Oggi posso essere quello che voglio.
Oggi è la mia festa ed è un giorno bellissimo...
 
Il sole splende. Anche lui ha deciso di farmi il suo personale regalo...
Francesco mi ha fatto gli auguri dopo la mezzanotte...ma poi ha ceduto e ha replicato anche stamattina, con quel suo fare imbarazzato di chi non sa come comportarsi. Lui non ama molto le feste...ma sa che le amo io...così soccombe ai miei desideri di bambina.
 
Sono sveglia da poco ma ho già ringraziato almeno una ventina di persone su Facebook: di alcuni non so neanche quale sia il loro volto, ma il fatto che abbiano speso pochi minuti del loro tempo per scrivermi "auguri" o altre frasi bellissime, li rende preziosi ai miei occhi.
Mi sento la principessa al ballo sotto gli occhi ammirati di tutti. Sono la stella che oggi brilla più luminosa delle altre.
Sono l'eroina che ha portato in salvo il pianeta da un'orrenda catastrofe.
Oggi sono il meglio di me...oggi sono la bambina della foto...con  gli stessi pensieri, desideri, sogni.
 
Mi alzo e, come ogni giorno, mi accoglie un abbaiare festoso con tanto di scodinzolio vorticante.
In realtà succede ogni giorno...ma oggi sono sicura che quelle code si muovano più velocemente e che i miei cinque cani mi abbiano sorriso e fatto l'occhiolino..."Auguri mamma!!!"...si si...l'hanno detto...ne sono sicurissima!!!
Anche Maya ha miagolato "Auguri miaooomammaaaa!"...
E' tutto perfetto!
 
Francesco mi ha promesso un giro in moto che aspettavo da tre anni. Non perché sia particolarmente lento ad esaudire i miei desideri, soprattutto se sono così facilmente esaudibili, ma perché il meccanico che la doveva mettere a punto si è addormentato in un lungo letargo, durato per l'appunto, tre lunghissimi anni!
 
Partiamo.
"Dove vuoi andare?" mi chiede. "Ovunque" gli rispondo.
Non importa dove. Ma ho voglia di passare del tempo con lui senza pensare. Solo il vento e il rombo del motore in sottofondo, che ad un certo punto non senti neanche più.
 
Passiamo lungo il mare con il sole che splende alto e, nell'aria, un profumo di mare che ti inebria.
Incontriamo tanti ciclisti e anche altri motociclisti che ci salutano e  Francesco ricambia come si deve.
La sensazione è di una immensa serenità.
 
Il resto della giornata è trascorso mangiando buon cibo, salutando vecchi amici, di quelli veri, che ti danno la carica senza neanche accorgersi del bene che ti fanno e salutando due nipotine pelose che ti deliziano con la loro richiesta di carezze.
 
Ora ho voglia di ritornare a casa.
Ad aspettarci ci sono loro.
Non fai neanche in tempo a svoltare nella stradina che porta al nostro cancello, che li vedi correre ed abbaiare per avvisare chiunque non si sia accorto che noi siamo arrivati, alla faccia della privacy!!
 
Non mancava proprio niente oggi per considerarla una giornata perfetta: io e Francesco, la mia famiglia pelosa composta da Cleo, Enea, Maccocca, Poldo, Polly e Maya. (Gigi è nei nostri cuori e sempre nei nostri pensieri...quindi c'era anche lui!)
C'era il sole, il vento ed i profumi della mia terra che tanto amo.
Ci sono stati gli auguri ed i pensieri positivi di tante persone...tantissime...a darmi la carica e rendere la mia festa ancora più bella, qualora ne avesse avuto bisogno.
 
Oggi non voglio pensare a ciò che manca, a ciò che non và nel verso giusto. Anzi, vorrei conservare questa bella sensazione per dosarla ogni giorno nei momenti di sconforto, negli attimi di tristezza: due gocce di serenità, due di bei ricordi, un altro paio di gocce di profumi della nostra bellissima terra...e le cose negative ecco che spariscono come per magia.
 
Oggi è la mia festa, sino a mezzanotte, e non potranno che accadere che cose meravigliose.
 
A mezzanotte, poi, potrò tranquillamente trasformarmi anche in zucca!!
 
 
 
 
 
 


venerdì 22 maggio 2015

Il tempo scorre...

 
 
 
 
 
Sono passati cinque giorni da quando il mio piccolo angelo magico se n'è andato e, se negli ultimi tre giorni di vita di Gigi, i fratelli non hanno fatto il minimo rumore, dopo, hanno ripreso a scatenarsi.
Perché il tempo scorre...
Poldo, che oramai è parte integrante della famiglia come se ci fosse nato,  ha un'energia inarrestabile che, per fortuna,  riesce a scaricare "esaurendo" i quattro fratelli!
In genere inizia a scatenarsi con Enea in lotte infinite, per poi passare a Maccocca con cui si rincorrono a lungo, concludendo con la piccola Cleo che timidamente lo sfida al gioco, ma ancora in modo maldestro.
Si...è riuscito a far giocare anche Cleo dopo anni di inattività della tenera streghetta!!
 
A questo elenco manca Polly...anzi...mancava...

 La breve presenza del cucciolo magico ha sbloccato la poca "voglia di fare" della nostra signorina, che ora interagisce con i fratelli più spesso.
Certo non ha l'energia di Poldo...ma quella temo che pochi ce l'abbiano, aggiungerei, per nostra fortuna!!

Poldo non sta fermo neanche quando dorme! È come se lo avessero dotato di batterie inesauribili.
Inizia con Enea, passa a Maccocca, coinvolge Cleo e ora, volente o nolente, costringe Polly a giocare.
Non mi stupirebbe vederlo giocare con Maya, la gatta!!
 
Dopo averli sfiniti tutti, continua le sue corse sfrenate e, guai a trovarsi lungo il suo percorso, perché il malcapitato si trova travolto da un bisonte  che salta come un canguro, mentre ti mordicchia le braccia e le mani che, ovviamente,  si muovono nell'inutile tentativo di tenerlo fermo! 
Ogni tanto si riposa, per nostra fortuna, ed è lì che approfitto per fotografarlo o per guardarlo sereno: lui si mette sul divano vicino a te e ti porge la zampa.
Tu gliela afferri e lui abbassa la testa, per ricevere meglio le carezze e, piano piano, si lascia andare sino ad adagiarsi mollemente con tutto il suo peso addosso a te...inerme, caldo e morbidissimo! 
Un quintale di affetto, di tenerezza e di immensa gioia che lui esprime perfettamente coi suoi gesti.
E tu, rimani schiacciata dal suo enorme peso e magari, per un po', ti manca anche il fiato, ma vorresti che rimanesse per sempre così...il tuo dolcissimo ragazzone dagli occhi che parlano.

Il tempo scorre e le ferite che ancora bruciano, cicatrizzano lentamente sotto il peso del loro amore.
Il dolore si confonde con la gioia delle loro corse sfrenate...e cresce la consapevolezza che quella stella cadente, che ha illuminato il nostro  cammino, ci è servita a rischiarare le cose ancora nell'ombra...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

lunedì 18 maggio 2015

La fantastica storia di Gigi e la ciambella stregata.

Gigi

Poldo, Cleo, Gigi e Polly

La ciambella...

Gigi ha trovato la sua famiglia..sporco ma felice!

Premessa
Sento il profondo desiderio di raccontarvi la sua storia, se pur breve.
E’ arrivato a casa nostra l’11 maggio 2015 intorno a mezzogiorno e se n’è andato il 17 maggio 2015 alle 19.30.
Sento di doverlo fare per ciò che ha significato per me conoscerlo. Sento di doverlo fare per cercare di sciogliere questo nodo in gola che non mi fa respirare. Sento di doverlo fare per tutti quei cuccioli abbandonati al loro destino che, contrariamente al nostro angelo, non hanno mai conosciuto il calore di una casa, una carezza… Sento di doverlo fare perché sono una inguaribile ottimista e penso che, raccontando la sua storia, se pur in forma di favola, possa diventare talmente tanto virale da arrivare, prima o poi, a toccare il cuore di chi il cuore l’ha perso e non ci pensa neanche un istante ad abbandonare un cane, che sia un cucciolo o meno. Sento di doverlo fare perché è l’unico modo che ho, forse, per far cicatrizzare questa ferita che mi si è aperta dentro e che mi sta facendo così male, da non crederci!
Non ho mai perso nessuno, sono stata fortunata lo so. Non avevo mai avuto a che fare con la sofferenza così da vicino, non avevo mai sfiorato la morte, la perdita, l’assenza di vita… Il 17 maggio 2015 la vita nel corpicino di Gigi, il mio angelo, è scivolata via… lui ha lasciato andare dolcemente quel soffio vitale, così lieve, che lo teneva ancora legato a me… se n’è andato… se n’è andato…
L’ho accarezzato e baciato all’infinito, l’ho bagnato con le mie lacrime come in un battesimo d’amore.
Non ho salvato quel suo corpicino esile, mangiato dai parassiti e dalle infezioni tremende che me lo hanno portato via, ma per merito suo  ho salvato la mia anima perché, per sei giorni, ho avuto l’onore di amare, curare e gioire della sua presenza come una novella sposa al cospetto del suo sposo.
In questi sei giorni ha avuto una famiglia con un babbo ed una mamma. Ha avuto dei fratelli pelosi con cui giocare e trascorrere la notte protetto dal loro calore e dalla loro presenza. Ha conosciuto delle zie meravigliose che con tanta delicatezza e devozione, ci hanno aiutato a curarlo e a sentirsi amato sino all’ultimo respiro.
Mi hanno preso per mano per aiutarmi ad affrontare il distacco dal mio angelo. Mentre il babbo ha fatto per lui un comodo giaciglio nel posto più bello del giardino e ha scelto per lui una pietra bellissima che ha posato dolcemente nel luogo dove giace il mio angelo.
Lavato e profumato di borotalco lui è avvolto e protetto dalla Madre Terra, all’ombra di un noce bellissimo che ha più di trent’anni, la pianta più bella del nostro giardino…e lui sarà il seme d’amore che germoglierà dando vita ai suoi frutti nella nostra casa piena d’amore, perché è composta da me e Francesco, con Cleo, Enea, Maccocca, Poldo, Polly e Maya, la gatta. Noi due e altri sei angeli senza ali…
 
 
C’era una volta un cagnetto di nome Gigi.
Gigi aveva un babbo ed una mamma… ma negli uffici che distribuiscono i cuccioli alle varie coppie di genitori, per un errore gli avevano dato quelli sbagliati, infatti era finito in una famiglia di orchi brutti e cattivi.
Gigi era un cucciolo di pochi mesi ma aveva un coraggio da leone che, unito all’incoscienza della giovane età, lo portarono a decidere di andare ad esplorare il mondo da solo, per cercare i suoi veri genitori.
Non è dato sapere quanto tempo trascorse alla ricerca della sua famiglia, ma ben presto, si accorse che la vita là fuori era veramente difficile.
C’era tanto buio e freddo la notte, e la fame non tardò a farsi sentire, tanto da ridurre il suo corpicino di cucciolo, pelle e ossa.
Lui, poi, non sapeva che avrebbe potuto incontrare pericoli incredibili, perché quando sentiva raccontare dei tanti animaletti che succhiano il sangue ai cuccioli come lui, Gigi, preso dal gioco, non stava a sentire.
Il giovane Gigi non si perse d’animo neanche per un momento e continuò a camminare senza sosta per tantissimo tempo… finchè un giorno in cui il sole era molto caldo e alto nel cielo, vide in lontananza una grande macchina blu, lui non sapeva che fosse una macchina naturalmente, ma quella cosa grande grande che si muoveva lentamente emanava vibrazioni positive, che lui, con i suoi superpoteri di cucciolo, riuscì a percepire.
La seguì. Quella macchina svoltò e lo portò di fronte ad un cancello che si aprì… Gigi si fece coraggio e tutto fiero e scodinzolante… entrò.
Gigi si guardò attorno e si accorse che altri cani lo stavano annusando, chiedendosi chi fosse. Ma lui non ci fece più caso e iniziò a sorridere a tutti. Il signore che guidava la macchina lo aveva portato proprio in un bel posto…e quel signore aveva una faccia simpatica!
“Chissà se vuole essere lui il mio babbo!” si chiese Gigi riflettendo sul fatto che, però, non avesse quattro zampe. Ma già il fatto di avere una faccia simpatica, non come quegli orchi brutti e cattivi, lo faceva ben sperare di aver trovato il posto giusto.
“E la mamma? Ci sarà anche una mamma?” si chiese…ed ecco che all’improvviso venne fuori da una casetta, che non aveva neanche notato, preso dalla conoscenza del nuovo babbo e dei cinque fratelli pelosi, una mamma a due zampe…
Gigi e la mamma si guardarono e lui capì di essere arrivato a casa.
La mamma preparò subito da mangiare e da bere per il piccolo Gigi, che non toccava cibo da giorni. Ci mise pochi secondi a divorare tutto per poi scodinzolare come un matto per far capire a tutti che era felice di essere arrivato lì.
Ripulito di tutto punto, lo liberarono anche da quegli insetti mostruosi che continuavano a banchettare col suo sangue, chissà da quanto tempo. Ma lui non ci faceva caso… tanto da iniziare seriamente a fare la conoscenza con i fratelli.
“Ciao io sono Gigi, beh in realtà così mi chiama la mamma quando mi dà da mangiare e mi fa il bagnetto” disse al più grande dei fratelli, da cui era affascinato. Ma Poldo decise che non era ancora arrivato il momento di dare confidenze agli estranei. Si limitò ad una annusatina di cortesia per poi proseguire nella sua costante caccia alle lucertole.
Gigi provò a presentarsi a Maccocca, che piuttosto impaurita, preferì andare nella sua solita postazione di vedetta, sopra un cumulo di terra.
Cleo ed Enea, che temono anche la loro ombra, lo hanno degnato solo di annusatine furtive.
Ma Polly ha fatto gli onori di casa. Si è avvicinata e, dopo essersi presentata, gli ha chiesto “Vuoi giocare con me? Sai io sono nuova, sono arrivata da poco e so come ci si sente in mezzo a tutti questi nuovi odori!”
E’ così che Gigi e Polly iniziarono a giocare e rincorrersi come se si conoscessero da sempre. Gigi, tra l’altro. aveva imparato da subito a fare la capretta tibetana. Infatti aveva sentito dire che con i fratelli più grandi, se esagerano nel giocare, meglio rovesciarsi per terra e mettersi subito con le zampe  per aria! E lui, ligio a queste informazioni che aveva colto nel suo lungo peregrinare, era diventato bravissimo nell’applicare la tecnica!
La giornata trascorse serena, conoscendo i fratelli e le sorelle, mangiando buona pappa e facendo nuove scoperte.
La mamma ed il babbo spiegarono al piccolo Gigi che poteva entrare ed uscire di casa da una piccola porta. Effettivamente lui l’aveva notata ma, senza il loro permesso non aveva osato provarla. Una volta spiegato il funzionamento Gigi con grande orgoglio, iniziò ad entrare ed uscire da quella deliziosa porticina sentendosi libero e parte della famiglia.
All’ora di pranzo Gigi non aveva capito perché la mamma si era messa ad urlare quando lui si era arrampicato sul tavolo per assaggiare il loro pranzo! “E che sarà mai” penso Gigi “Volevo solo assicurarmi che il cibo del babbo e della mamma fosse buono. Con tutte le cose cattive che ho dovuto mangiare nel mio lungo viaggio, non c’è da scherzare col cibo!” Ma a parte quell’urlo disumano, tutto procedeva per il meglio e lui si sentiva tanto felice.
Nel pomeriggio fece un’altra scoperta: il babbo e la mamma lo fecero salire con loro sul divano e così, poté cadere in un sonno profondo, finalmente al calduccio, sul morbido, e continuamente accarezzato dai suoi genitori. Dormì in tutte le posizioni possibili ed immaginabili: sulla pancia del babbo, facendo su e giù ad ogni respiro. Dormì in braccio alla mamma, dormì tra tutti e due come ad unirli in un abbraccio infinito. Sognò le cose più belle, così tanto belle che gli veniva da sorridere anche mentre dormiva!
Gigi aveva imparato a scalare le montagne più impervie, senza perdersi d’animo. Aveva incontrato nel suo cammino animali molto più grandi di lui che gli avevano detto chiamarsi mucche. Lui ne aveva paura, però aveva capito che i loro escrementi erano caldi e voluminosi quindi, la notte, ci si rifugiava di nascosto, per non patire troppo il freddo!
Gigi aveva dovuto affrontare delle sfide durissime per la sopravvivenza. “Tarzan se non altro era stato adottato dalle scimmie che gli avevano insegnato tante cose” pensava, invece lui aveva dovuto fare tutto da solo. Ed era stato tanto coraggioso.
Di Gigi si dice che avesse dei poteri magici.
Si racconta, ad esempio, che qualsiasi cosa sfiorasse, anche solo con lo sguardo, si sarebbe riempita d’amore, nello stesso modo in cui Re Mida trasformava tutto in oro, lui trasformava tutto in amore. In realtà non capiva bene cosa significasse questa cosa, perché nel suo lungo peregrinare non aveva potuto sperimentarla spesso. Certamente aveva notato che chi lo guardava soltanto, poi, cambiava espressione e si sentiva più amato e a sua volta poteva amare di più! Ma a parte questo, non aveva ancora compreso appieno quanto grande fosse il suo potere.
Gigi era un cucciolo curioso e, nonostante i pranzetti gustosissimi preparati dalla mamma, scoprì che sopra un mobile c’era un pacchetto da cui proveniva un profumino delizioso. Vuoi la fame patita, vuoi la curiosità…ma Gigi doveva assolutamente scoprire che cosa producesse quel profumino. Così si ingegnò e riuscì a raggiungere quel mobile così alto, salendo prima su una sedia, poi su un tavolo ed infine su quel mobile. Lì sopra c’era un involucro con un vassoio. Dentro un vassoio una ciambella profumatissima, tutta ricoperta di zucchero. Una vera leccornia! Come poteva il tenero Gigi resistere ad un cibo apparentemente così buono!
Ma Gigi non sapeva a cosa stava per andare incontro…
Gli orchi brutti e cattivi, una volta scoperta la fuga del loro figliolo, non furono molto felici. Non tanto perché fossero preoccupati di cosa gli potesse accadere, così piccolo ed indifeso. Piuttosto non riuscivano ad accettare che il loro figliolo, se pure c’era stato un errore nella distribuzione dei figli, non fosse come loro, brutto e cattivo. Quegli orchi avevano capito che il dono di Gigi era quello di distribuire amore…una cosa insopportabile per una famiglia di orchi! Così approfittarono della sua fuga per punirlo.
Riuscirono a scoprire che aveva trovato una nuova famiglia, così gli tesero una trappola.
Conoscendo la curiosità del piccolo Gigi, pronunciarono un antico maleficio su una ciambella succulenta avvolta in un pacchetto nella casa dove si era rifugiato il loro figliolo: se avesse dato un solo morso a quella ciambella si sarebbe trasformato in un orco brutto e cattivo e la nuova famiglia sicuramente – di questo ne erano convinti – lo avrebbe cacciato via! Così si sarebbe consumata la loro vendetta…
Gigi riuscì a raggiungere la ciambella e ne divorò la metà. Solo allora fu fermato dalla mamma – che non sapeva niente del maleficio – solo perché le ciambelle non sono un cibo adatto ad un cucciolo!
Lasciò a malincuore l’altra metà, ma se ne dimenticò ben presto, preso dalle nuove avventure che gli riservava quel grande giardino attorno alla casa. Scoprì ben presto che all’interno di un recinto piuttosto grande c’era un felino ferocissimo che tutti chiamavano Maya. Non riusciva a capire come mai nessuno si preoccupasse del fatto che la mamma entrasse due volte al giorno per dare da mangiare a quella belva assassina! “Meno male che ci sono qui io” pensò Gigi, così la terza volta che vide entrare la mamma nel recinto di Maya, dato che urlandole forte di uscire da lì, non aveva funzionato, decise di farsi coraggio e cominciò ad arrampicarsi sulla rete di recinzione, la scavalcò e corse felice dalla mamma per controllare che Maya non la sfiorasse con i suoi artigli appuntiti! “Ti difendo io mamma” le disse fiero senza staccarsi da lei neanche per un istante.
La notte trascorse serena. Chi nelle cucce, chi nel divano tutti dormirono beati per poi iniziare la giornata con buona pappa e nuove avventure nel giardino.
Gigi non pensava più alla ciambella, ma iniziò a sentirsi sempre più debole.
Polly gli chiese di giocare con lei. Lui cominciò a giocare e a rincorrersi, ma si sentì subito debole…la trasformazione in orco stava appena iniziando.
Gigi era un cucciolo speciale, con poteri che nessuno poteva immaginare, neanche quegli orchi brutti e cattivi che, non avendolo amato, non avevano capito quanto speciale fosse quel loro figliolo che avevano fatto scappar via.
Era talmente speciale che una fatina microscopica, tutta vestita di piccolissime stelle luminose, la fata dei cuccioli speciali, gli si infilò in un orecchio per metterlo in guardia. Gli raccontò del maleficio e che lentamente si stava trasformando in un orco brutto e cattivo.
Gigi non poteva permettere a se stesso di trasformarsi. Soprattutto dopo aver trovato la sua vera famiglia. Perché sapeva che se si fosse trasformato gli avrebbe potuto fare del male, anche solo involontariamente, perché la sua natura sarebbe cambiata.
Così fece una scelta coraggiosa.
Il suo corpicino era sempre più debole per colpa del maleficio che continuava ad agire, cercando di trasformarlo, e lui combatteva con tutte le sue forze per rimanere il cucciolo magico portatore di amore che era sempre stato.
Lottò per tre lunghissimi giorni…
Alla fine del terzo giorno ebbe un’illuminazione. Decise di trasformarsi. Si trasformò… ma non in un orco brutto e cattivo. Aveva capito, nella sua grande saggezza di cucciolo magico, che esalando il suo ultimo respiro si sarebbe trasformato in un angelo e avrebbe potuto, così, continuare a contagiare d’amore chiunque avesse potuto sfiorare. Anzi, da angelo, avrebbe potuto sfiorare molte più persone o tantissimi altri cuccioli bisognosi d’amore!
Fu così che tra le braccia della mamma, lavato dalle sue lacrime perché aveva capito la scelta coraggiosa del suo piccolo Gigi, si lasciò andare per trasformarsi finalmente in un meraviglioso angelo vestito di luce e colmo d’amore, da regalare a tutti quelli che hanno la fortuna di conoscere la sua storia.
E’ per questo che la sua storia deve raggiungere gli angoli più sperduti del mondo…perché il piccolo Gigi, il cucciolo magico, il piccolo angelo della mamma, possa compiere la sua magia riempiendo questo mondo di tutto l’amore di cui ha bisogno…e anche di più!
 
 
 
 


domenica 17 maggio 2015

Il mio piccolo angelo.







L'11 maggio 2015 è entrato nella nostra vita un piccolo angelo.
Sei mesi...un cucciolo abbandonato a se stesso che ha trovato la strada della nostra casa per entrare, dritto dritto, nei nostri cuori.
Pieno di entusiasmo, quanto di parassiti che gli hanno martoriato il corpicino esile ed indifeso.
Sporco di escrementi ed affamato.
Così si è presentato ai nostri occhi...
Con quel faccino da furbetto e quegli occhietti dolci da cerbiatto mi è venuto istintivo chiamarlo Gigi, per portarlo alla ciotola dell'acqua e dargli del buon cibo.
Dopo pochi minuti sembrava che avesse vissuto sempre con noi. Ci sembrava di conoscerlo da sempre...sembrava il nostro cucciolo, in mezzo ai nostri cinque cani, ormai adulti.
Pochi minuti necessari a capire che era già parte della nostra famiglia.
E' così abbiamo iniziato a farlo nostro: tanti bagnetti per togliere la sporcizia; Francesco gli ha tolto un centinaio di zecche che lo stavano mangiando vivo; poi gli abbiamo fatto un bel trattamento antiparassitario perché smettesse di lamentarsi anche dei morsi delle pulci che banchettavano col suo sangue.
In serata era già esausto ma felice tra le braccia mie e di Francesco e tutto profumato.
Non sono riuscita a smettere di baciargli quella testolina minuscola neanche per un attimo...era un esserino tirabaci...pieno di vita ed entusiasmo.
 
Ci sono voluti cinque minuti per insegnargli ad entrare ed uscire dalla gattaiola e, ancora in meno tempo, ha scoperto che il divano è il posto giusto per passarci la notte.
Non ha sporcato dentro casa né fatto il minimo danno, tanto da pensare che lui una casa ce l'avesse già...
Gigi...il nostro Gigetto ci ha fatto sorridere dal primo momento in cui le nostre vite si sono incrociate: è salito sul tavolo a spazzolare tutto quello che ha trovato e si è ingegnato a raggiungere cibo che ritenevamo irragiungibile...ma non per lui!
In giardino era la mia ombra. Per non parlare delle sue urla quando ha capito che non mi poteva raggiungere nell'orto mentre portavo da mangiare a Maya la gatta.
Le prime due volte si è limitato ad uggiolare...ma la terza volta si è organizzato e, con tutte le sue forze, si è arrampicato sulla rete e ha scavalcato per raggiungermi tutto scodinzolante.
"Mamma ora che ti ho trovato non ti lascio più...sarò sempre nel tuo cuore".
 
E' così Gigetto, angioletto mio! Tu sei entrato nel mio cuore e in quello di Francesco e, nonostante abbiamo provato con tutte le nostre forze a curare le tue ferite, il destino aveva scritto una storia diversa.
Hai affrontato tutti i trattamenti senza un lamento e senza un lamento te ne sei andato...sei scivolato via insieme lentamente e in un battito di ciglia.
Quanto ti ho baciato angelo mio...tanti piccoli e teneri sigilli d'amore su quella testolina e tante calde carezze su quel corpicino oramai pelle e ossa, che non aveva più la forza di muoversi.
Sei giorni...uno per ogni mese della tua vita così breve. Sei giorni pieni di un amore che è difficile spiegare perché è stato così intenso ed inaspettato che ha travolto la nostra vita come un uragano.
Gigetto angelo mio...è stato un onore per noi che ci abbia scelto, che ci abbia amato e poterti amare a nostra volta, così intensamente da farci scoppiare il cuore di gioia.
Gigetto angelo mio...ora sarai per sempre parte della nostra famiglia...riposa riscaldato dal nostro amore, all'ombra del bellissimo noce del nostro giardino.

sabato 9 maggio 2015

La famosa storia di Poldo e la biscia...


 
 
 
C'era una volta un cane la cui fama di abile cacciatore lo precedeva ovunque andasse.
Egli era bello: col suo manto lucente di colore bianco e arancio, camminava, maestoso e potente, a caccia delle sue prede...e tutti lo guardavano con ammirazione e rispetto.
Ovunque, nella foresta, si udivano dagli anziani, i racconti delle sue gesta, ai più giovani.
"Si dice che abbia ucciso un drago!" disse un pettirosso ai suoi compagni.
Mentre lì accanto stava ascoltando un uccellino verde, il quale scappò velocissimo per poter a sua volta raccontare, le memorabili gesta, a chiunque incontrasse sulla sua strada...
Una coccinella giurerebbe di averlo visto ipnotizzare, con il suo sguardo magnetico, una povera mantide religiosa.
Mentre chiunque viva nella foresta può testimoniare di averlo visto incantare gechi e lucertole...
Un grillo chiacchierone, proprio poco tempo fa, sentì dalle cicale che ne discutevano con le tortore, che il possente cane fece fuggire un serpente lungo chilometri, solo con la forza del suo possente abbaio!
"Sarà forse un mago?" disse la volpe
"No, io credo sia uno stregone!" disse il gatto saggio, dall'alto delle sue sette vite...che di cose straordinarie sicuramente ne aveva viste più di altri!
Insomma, nessuno avrebbe potuto dire con certezza da dove provenisse la sua fama, ma tutti erano sicuri che questo cane fosse speciale!
Il suo nome era Poldo, ma a pochi era concesso pronunciarlo ad alta voce.
 
Un anziano gufo attirò l'attenzione di tutti gli animali della foresta, quando iniziò a raccontare di aver assistito alla lotta più famosa, conosciuta da tutti come "la lotta tra il cane e la biscia":
la povera biscia tentava da tempo di nascondersi, perché anche lei era stata avvisata dei pericoli che avrebbe corso se le loro strade si fossero incrociate.
Ma il destino è infame...
La povera biscia non fece neanche in tempo ad accorgersi del pericolo, perché si trovava già tra le fauci del maestoso Poldo.
La povera biscia si sentì scuotere con forza...
Poldo muoveva la testa a destra e a sinistra, trattenendo la sua preda che, senza più scampo, si lasciò andare esanime...
Della povera biscia si racconta che fosse un esemplare rarissimo, dai colori sgargianti, probabilmente l'ultimo presente nella foresta!
Fu così che con una fine onorevole, Poldo pose fine alla stirpe delle bisce più rare: le bisce di pezza!
 

 

martedì 5 maggio 2015

La fragilità

 
 
 
Il 25 aprile è iniziato il nostro percorso di accoglienza ed inserimento di Polly nella nostra famiglia.
Io e Francesco con i nostri quattro cani- in ordine di età, Cleo, Enea, Maccocca e Poldo (ed infine Maya la gatta)- abbiamo costruito nel tempo un buon equilibrio, fatto di rispetto delle regole e degli spazi e di un enorme amore incondizionato in entrambe le direzioni.
Abbiamo pensato che la mitezza del carattere di Polly, mai e poi mai, avrebbe potuto scalfire l'equilibrio costruito con così tanta pazienza ed in così lungo tempo.
Ma non avevamo fatto i conti con la fragilità...
Si...la fragilità di Polly...
Finita in rifugio circa tre anni fa, perché la sua presenza così discreta nella piazza del paese, era comunque scomoda per qualcuno, per fortuna ha potuto vivere serenamente costruendo a poco a poco i suoi legami.
Probabilmente sono proprio questi legami la causa della sua grande fragilità.
Nel tempo questi si sono necessariamente spezzati: il suo primo compagno di vita si è ammalato e gli altri hanno trovato una famiglia amorevole.
E lei?
Lei è rimasta lì, in rifugio, sola...
In realtà c'erano circa 190 altri possibili compagni di vita che le avrebbero potuto colmare il vuoto che sentiva crescerle dentro, ma la paura (forse) di una nuova perdita l'ha portata a rifiutare ogni contatto, sia con i suoi simili che con gli esseri umani, con i quali ha, solo per necessità, accettato un timido approccio.
Nell'ultimo anno lei si è lentamente chiusa in se stessa, dimostrando scarsissimo interesse verso il mondo nel quale stava comunque vivendo.
Il 25 aprile di quest'anno, giorno del suo riscatto, l'abbiamo portata a casa con noi.
Volevamo farle riaprire il suo cuore all'amore e alla vita. Speravamo che incontrando Poldo, il suo ultimo compagno di box, a cui era legatissima, potesse aiutarla a sorridere nuovamente alla vita...
Ma queste, probabilmente, sono cose che accadono solo tra noi bipedi.
Tutti noi ci siamo fatti l'idea che incontrandosi, Poldo e Polly, avrebbero fatto salti di gioia. Abbiamo immaginato cuoricini uscire dai loro occhi e li abbiamo sognati che, camminando affiancati, si raccontavano le novità di quest'ultimo anno vissuto separati.
Poldo magari le avrebbe dato una pacca sulla spalla in segno di incoraggiamento: "Amica mia, ora sei a casa! Stai tranquilla, qui ti troverai bene perché sono tutti simpatici e molto bravi!"
Chi di voi, sapendo dell'adozione di Polly, e conoscendo la sua storia, non ha immaginato o sognato queste cose?
La realtà è stata un po' meno romantica...
L'accoglienza da parte dei nostri cani, a mio parere, è stata strepitosa.
Maschi e femmine, Poldo compreso, l'hanno accolta e accompagnata a conoscere il suo nuovo territorio.
Non un abbaio, né un segnale di disagio da parte loro. Siamo stati veramente orgogliosi di questa accoglienza...anche perché vuol dire che abbiamo lavorato bene con i nostri cani, che riescono ad aprirsi alla conoscenza dei loro simili, senza contrasti.
L'inizio ha fatto ben sperare.
Polly è rimasta un po' in disparte, ma era più che comprensibile...Era tutto nuovo...troppo nuovo per lei, che in fondo ha conosciuto solo la vita del rifugio!
Francesco le ha fatto scoprire il divano e lei si è lasciata andare.
Per la prima volta nella sua vita ha assaporato l'abbraccio morbido e caldo di un divano in una casa, e per giunta, a fianco a Francesco e me che l'abbiamo riempita di carezze.
Anche i fratelli non hanno smesso un attimo di avvicinarsi a lei con curiosità ma senza nessun accenno di aggressività...e questo era cosa buona...
Piccoli passi ogni giorno alla scoperta della casa, del giardino, di come si entra ed esce dalla gattaiola (Poldo ci ha impiegato cinque minuti...Polly cinque giorni!).
Ma quel divano..."quel divano io non lo mollo più", avrà pensato!
"E se mi alzo e sto troppo a lungo lontana dal divano, non è che poi non mi fanno più salire? E poi, ci sono quei piccoletti di Cleo ed Enea, i vecchietti di casa, che sono sempre incollati alla mamma! Devo fare qualcosa...occupano tutto lo spazio sul divano ed io sto scomoda!"
"Mi sa che gli faccio vedere i denti...vediamo se funziona!"
E una volta...e due volte..."ma questo Enea è troppo insistente nel voler salire! Ora lo sistemo io!"
E' così che Polly tira fuori unghie e denti, soprattutto denti, per difendere il "suo" divano, simbolo del suo riscatto e della sua libertà, tanto agognata, oramai persa anche nei suoi sogni più ottimistici...
Polly aggredisce Enea solo perché si è avvicinato troppo al divano...e lo fa non una, ma ben due volte...terrorizzando il povero Enea, che già teme la sua ombra, figuriamoci dopo che si è visto i denti di Polly sul collo!
In realtà non lo ha neanche scalfito...ma sicuramente gli ha comunicato chiaramente che lui, su quel divano, non è assolutamente gradito.
Enea sta dormendo nella sua cuccia anche quando sul divano ci sono seduta io!
Con Cleo, la dolce Polly, non ha avuto bisogno di usare le maniere forti: è bastato ringhiarle a distanza, per farle capire che non ci doveva pensare neanche lontanamente ad avvicinarsi a me e, tantomeno, a salire sul divano...
Intanto Polly non ha ancora deciso cosa fare.
Trascorre la maggior parte del tempo a piantonare il divano.
Ogni tanto esce per cercare carezze ed attenzioni, e, talvolta, accenna timidamente qualche inseguimento con Poldo, ma sempre di breve durata.
Ieri ho fatto cadere accidentalmente del cibo da un piatto, in cucina, (loro avevano appena finito di mangiare quindi avevano tutti la pancia piena), l'ho raccolto e dopo pochi secondi è arrivata Cleo per leccare i residui dal pavimento, e a seguire, tutti gli altri: non sono riuscita a comprendere la dinamica, ma Polly non voleva Cleo vicino, così ha deciso di darle una bella lezione prendendola per il collo.
Considerato che Cleo pesa 5 chili e Polly almeno 4 volte di più, stavolta ho seriamente temuto per la sua incolumità!
In realtà si è ferita solamente sotto il muso, perché ritengo che Polly non volesse veramente farle del male. Se avesse voluto, così come con Enea, non avrebbe avuto nessuna difficoltà, data la differenza di peso e di dimensioni.
Polly ha voluto definire il suo territorio, così come il suo ruolo.
E qui torniamo alla sua fragilità...
Si perché è tutta lì, secondo me, la chiave di questa vicenda, che inaspettatamente si sta facendo più complessa del previsto.
Polly sta scoprendo un mondo tutto nuovo, fatto di comodità, attenzioni, coccole, libertà, giochi e compagnia.
"Ma se tutto questo fosse solo l'illusione di pochi giorni e gli altri quadrupedi mi impedissero di godere di questo benessere?"
Noi la guardiamo negli occhi e vediamo solo tanta fragilità.
Ieri notte, dopo aver aggredito Cleo, era un'anima in pena...continuava a cercarla mentre lei tremava terrorizzata, e cercava di annusarla...Se avesse potuto le avrebbe chiesto scusa, ma essendo un cane, non sa come si fa...
Ecco perché abbiamo preferito far dormire Cleo con noi, questa notte, per darle il tempo di chiedere scusa... a modo suo...
Era confusa ieri notte e molto spaesata...
Polly trasmette, con quegli occhi quasi trasparenti, una profonda malinconia. E' come se questa tristezza si fosse incancrenita nel più profondo del suo cuore e non sapesse come cacciarla via!
E' come se il suo organismo avesse accumulato tossine per un anno e non riuscisse a smaltirle...
Quei suoi occhi urlano richieste di amore ed esprimono profondo disagio.
Quei suoi occhi, il suo atteggiamento nei confronti di questa sua nuova vita, ci sta facendo capire quanta sofferenza ha dovuto patire.
Polly ha bisogno di tempo per eliminare tutte le tossine che affliggono il suo cuore...
Polly ha bisogno di infinita pazienza per correggere i suoi atteggiamenti aggressivi...
Polly avrebbe avuto bisogno di una casa tanto tempo fa...ecco perché bisogna svuotare i canili, ecco perché è fondamentale sterilizzare per evitare gli abbandoni delle cucciolate indesiderate, perché non è contronatura sterilizzare, anzi, è un gesto di profondo rispetto verso creature viventi che senza una casa vanno solo incontro a sofferenza quando non alla morte.