mercoledì 16 marzo 2016

Dalla seconda lettera di Poldo....



 
 
Caro babbo,

sei dovuto partire anche questa settimana e non possiamo festeggiare il mio secondo anniversario insieme. Così ho deciso di scriverti di nuovo.

Sai in questi giorni riflettevo su questi due anni trascorsi insieme.

Sono stato molto fortunato, sono uno di quei rari casi di cani “abbandonati” e fortunati: in primo luogo perché chi mi ha abbandonato lo ha fatto in un posto speciale, il Rifugio di Gonnosfanadiga.

Lì ho potuto conoscere delle tate meravigliose e scoprire l’amore incondizionato per tata Vale. Le stavo incollato come un francobollo e, nonostante non facesse che dirmi “Poldo spostati”, “Poldo smettila”, “Poldo così non si fa” io non smettevo di starle incollato!

Poi c’era mamma Cate. Che dire di lei: mi mancano i suoi abbracci e il suo sguardo sempre pieno d’amore, anche quando è stanca e preoccupata per il benessere di tutti noi.

Lei controlla tutto, dirige tutto e ha tante responsabilità, ma non dimentica mai una carezza, un saluto affettuoso verso ciascuno degli ospiti del Rifugio. Sai babbo, credo di sognarla la notte.

Sogno che un giorno verranno a trovarmi. Sogno che le accoglierò col mio più bel sorriso e la mia più bella e fiera scodinzolata e le porterò a conoscere questa meravigliosa famiglia che, oramai, è la mia famiglia!

In secondo luogo, la mia fortuna, è stata conoscere te e la mamma.

Mi ricordo ancora quel giorno, dopo lo spavento dell’alluvione, in un giorno di sole sei venuto con la mamma ad aiutare a sistemare il Rifugio.

Io ero là a seguire tutti i vostri spostamenti e a cercare le vostre carezze.

Vi avrei voluto raccontare di me e dei miei compagni…e forse col pensiero l’ho fatto.

Ci sono voluti quattro lunghi mesi…ma poi.. quel 16 marzo di due anni fa, la mamma è venuta a prendermi.

Sono andato via tra le lacrime di mamma Cate e tata Vale e la commozione di tutti. Sono entrato in quella macchina fiducioso, anche se non sapevo cosa mi aspettasse.

Sono passate due ore prima di capire cha a casa ad aspettarmi c’eri tu.

Quanti abbracci, quanta gioia!

Un giardino, una casa e nuovi fratelli da conoscere e con cui giocare.

Sono trascorsi due anni e loro sono i miei fratelli. Con loro mangio, dormo, gioco e, talvolta, litigo, ma per nulla al mondo permetterei che succedesse loro niente di male!

Sono trascorsi due anni e c’è voluto un po’ di tempo, prima che mi sentissi a casa veramente.

Vi ho fatto un po’ disperare, soprattutto nel corso del primo anno, con le mie sperimentazioni: scarponi da lavoro, posacenere e occhiali, spariti o mangiati, ma non lo facevo con cattiveria. Non ero abituato alle regole ma, piano piano, ho capito tutto!

Poi sono stato io ad insegnare ai nuovi arrivati le regole della casa.

Si, perché questa famiglia, dopo di me, si è nuovamente allargata.

All’inizio eravamo in quattro, con Cleo, Enea e Maccocca, poi si sono aggiunti Polly, la mia compagna di box, ed il piccolo Zac, che oggi è il mio migliore amico.

Oggi sono oramai cresciuto, ho quasi quattro anni e mezzo.

Sono un cane felice.

Ho messo su un po’ di peso ma, nonostante questo, mi addormento spesso e volentieri sulle gambe della mamma, sino a quando non mi accorgo che non respira più, allora, anche se contro voglia, me ne vado nella mia brandina.

Oggi gioco con tutti i miei fratelli, senza distinzione. Ho legato anche con Cleo, la più difficile da conquistare del mio piccolo branco.

Ma non toccatemi Zac! Lui è il mio compagno di giochi e di avventure.

Ogni tanto mi convince a combinarne qualcuna delle sue…anche se so che dovrei dare il buon esempio!

Oggi è una giornata di sole. Tu sei lontano e la mamma è un po’ triste perché avrebbe voluto festeggiare con te questo nostro anniversario.

E’ un giorno speciale perché il mio arrivo a casa ha aperto il cuore ad altre adozioni e ci ha fatto sentire veramente una famiglia unita.

Perché è questo che siamo: una famiglia! Dove l’amore, la pazienza, la comprensione e, soprattutto, la complicità, ci ha fatto superare i momenti difficili e ci ha fatto gioire delle piccole e grandi cose della vita.

Siamo una famiglia dove l’amore può tutto, anche farmi guarire dalla leishmaniosi!

Sai babbo, qui sentiamo tanto la tua mancanza e non vediamo l’ora che torni a casa.

Quando tornerai vedrai come ti salterò addosso e quanto correrò per farti capire quanto sono felice.

Ti voglio un mondo di bene…per sempre tuo..

Poldo

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