lunedì 20 luglio 2015

La leggenda dei Superbau.




C’era una volta una strana famiglia dotata di superpoteri.
Erano tempi in cui qualsiasi problema veniva risolto da questi mitici eroi che, noncuranti del pericolo, si lanciavano senza paura nelle situazioni più difficili, per salvare chiunque ne avesse bisogno.
Era la famiglia dei Superbau.
La più anziana e più saggia era SuperCleo.
Lei sconfiggeva i nemici con il suo fantastico superpotere: l’alitosi!
Era così potente che, in famiglia, erano costretti ad indossare delle mascherine per non cadere nella trappola del suo alito mortale.
SuperCleo era riuscita a sconfiggere nemici potentissimi, tanto che, se si sapeva della sua presenza, nessuno osava comportarsi male.
SuperCleo, nella realtà quotidiana, era una dolcissima cagnolina. Molto piccola di corporatura, ma con uno sguardo vispo e intelligente. Si capiva subito che aveva vissuto a lungo, perché la saggezza traspariva dai suoi occhi, così come la dolcezza, a guardarglieli proprio in fondo in fondo.
Nessuno, almeno in sua presenza, poteva permettersi di fare una cattiva azione.
Lei non sopportava i soprusi, le ingiustizie o la violenza. Quando accadeva si scatenava il suo potentissimo superpotere. Era capace di narcotizzarti con il suo alito e, se non avesse fatto attenzione, ti avrebbe potuto anche uccidere con una sola alitata!
Il secondo anziano della famiglia era SuperEnea.
Il suo superpotere era racchiuso nello sguardo.
E che sarà mai, vi chiederete. Non sembra così originale come superpotere!
In realtà lo sguardo di SuperEnea era talmente triste, ma così triste, che solo a guardarlo pochi secondi venivi contagiato da una tristezza tale, da non riuscire a smettere di piangere. Lui ti poteva far piangere sino a tramortirti e allora dovevi chiedere pietà per essere liberato dalla morsa del suo sguardo tristissimo.
In realtà lui era un supercane felicissimo, ma lo nascondeva talmente bene che nessuno lo aveva mai visto sorridere.
SuperMaccocca era il terzo elemento della famiglia.
Lo spirito libero. Quella sempre un po’ distante dalle regole, ma con un cuore generoso e un animo sempre pieno di gioia.
Aveva una caratteristica, sin da quando era molto piccola aveva l’abitudine di tenere in bocca una piccola pietra. Questa  pietra scivolava tra i denti, sulla lingua, da una guancia all’altra per ore ed ore. Ogni tanto se l’appoggiava sulla zampa e la ripuliva tutta, sino a renderla splendente, per poi ricominciare a rotearla tra le guance.
In tanti le chiedevano spiegazioni, ma lei non aveva mai voluto dir niente. Sino al giorno in cui vide qualcuno in difficoltà.
Un bulletto se la stava prendendo con un bambino che passava lì per caso. Il bimbo non sapeva come difendersi, perché era molto mite e non sapeva, neanche lontanamente, cosa fosse l’aggressività. SuperMaccocca intuì che il bimbo fosse in serio pericolo così, con un unico lunghissimo sputo, pare lungo quasi cinque chilometri, riuscì a colpire il bulletto con la pietra che teneva in bocca, facendolo cadere indietro. Il bulletto, sconcertato, fuggì via, e ci pensò a lungo prima di dar fastidio a chicchessia.
Ecco spiegato l’arcano della piccola pietra di SuperMaccocca.
Poi c’era SuperPoldo, il quarto membro dei SuperBau.
Lui era bellissimo.
Era così bello che se a chiunque fosse venuto in mente di compiere una cattiva azione, bastava che lui gli passasse davanti agli occhi, che sarebbe diventata la persona più mansueta del mondo.
Si dice anche che quando correva, chi fosse stato sfiorato dalla fluente chioma di SuperPoldo, si sarebbe trovato il cuore trasformato. Insomma che lo si vedesse o che si fosse appena sfiorati da tanta magnificenza, lui riusciva a trasformarti in qualcosa di superlativo.
Nessuno poteva sottrarsi al suo fascino, neanche i buoni che, accanto a lui, diventavano ancora più buoni.
SuperPolly era il quinto membro della famiglia.
Lei aveva un superpotere terribile:  era lentissima, ma talmente tanto lenta che improvvisamente, chi la osservava, si trovava immobile di fronte a lei senza saperne la causa.
Talvolta anche in famiglia accadevano cose imbarazzanti: se per caso qualcuno dei fratelli si soffermava ad osservarla un po’ troppo a lungo, poteva capitare di trovarsi immobilizzati dal suo superpotere e bisognava aspettare un po’ prima che svanisse. E’ così che i superfratelli sembravano costretti a fare le belle statuine, ma questo non mancava di strappare sempre un sorriso!
Ma il superpotere di SuperPolly non si limitava solamente ad immobilizzare i malcapitati. Qualora si trovasse di fronte a qualcuno particolarmente cattivo, bastava che incrociasse i suoi occhi, del colore dell’ambra, che il cuore del cattivo di turno si congelava all’istante. Lo scongelamento era previsto col tempo, ma non prima che la cattiveria lasciasse il posto alle buone azioni.
Il piccolo della superfamiglia era SuperZac.
A vederlo non aveva l’aspetto del supereroe: gli occhi da cerbiatto e quell’andatura claudicante traevano tutti in inganno.
SuperZac aveva due importantissimi superpoteri: il primo gli consentiva di allungarsi a dismisura. Con le sue superzampine allungabili poteva raggiungere qualsiasi cosa anche a distanza elevata, traendo in salvo persone nelle situazioni più disparate.
Essendo noto a tutti questo suo superpotere, veniva spesso chiamato dai Vigili del Fuoco per avere il suo prezioso aiuto.
L’altro superpotere di SuperZac, non meno importante, erano le orecchie.
Si proprio le orecchie: erano talmente grandi che quando le apriva, diventavano come delle grandi ali di uccello, tanto da potersi librare nell’aria.
Insomma un vero piccolo supereroe sotto tutti i punti di visti. E nonostante la giovane età non gli mancava la saggezza che lo aiutava a ponderare a lungo i suoi interventi, perché fossero efficaci senza margine di errore.
Sei SuperBau fantastici sei coraggiosi supereroi pronti a sacrificarsi per gli altri, in pericolo o meno. Bastava sentissero, con le loro vibrazioni, anche solo un piccolo malumore, che intervenivano prontamente per portare gioia e amore incondizionato.
Si racconta di loro che, nei tempi in cui intervenivano nelle più disparate situazioni, tutti si sentivano al sicuro. Certi che niente di brutto sarebbe più potuto accadere perché sul mondo vegliavano i mitici SuperBau.
I sei supereroi dal cuore grande… più grande del mondo!


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