C’era una volta una strana famiglia dotata di
superpoteri.
Erano tempi in cui qualsiasi problema veniva risolto
da questi mitici eroi che, noncuranti del pericolo, si lanciavano senza paura
nelle situazioni più difficili, per salvare chiunque ne avesse bisogno.
Era la famiglia dei Superbau.
La più anziana e più saggia era SuperCleo.
Lei sconfiggeva i nemici con il suo fantastico
superpotere: l’alitosi!
Era così potente che, in famiglia, erano costretti
ad indossare delle mascherine per non cadere nella trappola del suo alito
mortale.
SuperCleo era riuscita a sconfiggere nemici
potentissimi, tanto che, se si sapeva della sua presenza, nessuno osava
comportarsi male.
SuperCleo, nella realtà quotidiana, era una
dolcissima cagnolina. Molto piccola di corporatura, ma con uno sguardo vispo e
intelligente. Si capiva subito che aveva vissuto a lungo, perché la saggezza
traspariva dai suoi occhi, così come la dolcezza, a guardarglieli proprio in
fondo in fondo.
Nessuno, almeno in sua presenza, poteva permettersi di
fare una cattiva azione.
Lei non sopportava i soprusi, le ingiustizie o la
violenza. Quando accadeva si scatenava il suo potentissimo superpotere. Era
capace di narcotizzarti con il suo alito e, se non avesse fatto attenzione, ti
avrebbe potuto anche uccidere con una sola alitata!
Il secondo anziano della famiglia era SuperEnea.
Il suo superpotere era racchiuso nello sguardo.
E che sarà mai, vi chiederete. Non sembra così
originale come superpotere!
In realtà lo sguardo di SuperEnea era talmente
triste, ma così triste, che solo a guardarlo pochi secondi venivi contagiato da
una tristezza tale, da non riuscire a smettere di piangere. Lui ti poteva far
piangere sino a tramortirti e allora dovevi chiedere pietà per essere liberato
dalla morsa del suo sguardo tristissimo.
In realtà lui era un supercane felicissimo, ma lo
nascondeva talmente bene che nessuno lo aveva mai visto sorridere.
SuperMaccocca era il terzo elemento della famiglia.
Lo spirito libero. Quella sempre un po’ distante
dalle regole, ma con un cuore generoso e un animo sempre pieno di gioia.
Aveva una caratteristica, sin da quando era molto
piccola aveva l’abitudine di tenere in bocca una piccola pietra. Questa pietra scivolava tra i denti, sulla lingua,
da una guancia all’altra per ore ed ore. Ogni tanto se l’appoggiava sulla zampa
e la ripuliva tutta, sino a renderla splendente, per poi ricominciare a
rotearla tra le guance.
In tanti le chiedevano spiegazioni, ma lei non aveva
mai voluto dir niente. Sino al giorno in cui vide qualcuno in difficoltà.
Un bulletto se la stava prendendo con un bambino che
passava lì per caso. Il bimbo non sapeva come difendersi, perché era molto mite
e non sapeva, neanche lontanamente, cosa fosse l’aggressività. SuperMaccocca
intuì che il bimbo fosse in serio pericolo così, con un unico lunghissimo
sputo, pare lungo quasi cinque chilometri, riuscì a colpire il bulletto con la
pietra che teneva in bocca, facendolo cadere indietro. Il bulletto,
sconcertato, fuggì via, e ci pensò a lungo prima di dar fastidio a chicchessia.
Ecco spiegato l’arcano della piccola pietra di
SuperMaccocca.
Poi c’era SuperPoldo, il quarto membro dei SuperBau.
Lui era bellissimo.
Era così bello che se a chiunque fosse venuto in
mente di compiere una cattiva azione, bastava che lui gli passasse davanti agli
occhi, che sarebbe diventata la persona più mansueta del mondo.
Si dice anche che quando correva, chi fosse stato
sfiorato dalla fluente chioma di SuperPoldo, si sarebbe trovato il cuore
trasformato. Insomma che lo si vedesse o che si fosse appena sfiorati da tanta
magnificenza, lui riusciva a trasformarti in qualcosa di superlativo.
Nessuno poteva sottrarsi al suo fascino, neanche i
buoni che, accanto a lui, diventavano ancora più buoni.
SuperPolly era il quinto membro della famiglia.
Lei aveva un superpotere terribile: era lentissima, ma talmente tanto lenta che
improvvisamente, chi la osservava, si trovava immobile di fronte a lei senza
saperne la causa.
Talvolta anche in famiglia accadevano cose
imbarazzanti: se per caso qualcuno dei fratelli si soffermava ad osservarla un
po’ troppo a lungo, poteva capitare di trovarsi immobilizzati dal suo
superpotere e bisognava aspettare un po’ prima che svanisse. E’ così che i
superfratelli sembravano costretti a fare le belle statuine, ma questo non
mancava di strappare sempre un sorriso!
Ma il superpotere di SuperPolly non si limitava
solamente ad immobilizzare i malcapitati. Qualora si trovasse di fronte a
qualcuno particolarmente cattivo, bastava che incrociasse i suoi occhi, del
colore dell’ambra, che il cuore del cattivo di turno si congelava all’istante.
Lo scongelamento era previsto col tempo, ma non prima che la cattiveria
lasciasse il posto alle buone azioni.
Il piccolo della superfamiglia era SuperZac.
A vederlo non aveva l’aspetto del supereroe: gli
occhi da cerbiatto e quell’andatura claudicante traevano tutti in inganno.
SuperZac aveva due importantissimi superpoteri: il
primo gli consentiva di allungarsi a dismisura. Con le sue superzampine
allungabili poteva raggiungere qualsiasi cosa anche a distanza elevata, traendo
in salvo persone nelle situazioni più disparate.
Essendo noto a tutti questo suo superpotere, veniva
spesso chiamato dai Vigili del Fuoco per avere il suo prezioso aiuto.
L’altro superpotere di SuperZac, non meno
importante, erano le orecchie.
Si proprio le orecchie: erano talmente grandi che
quando le apriva, diventavano come delle grandi ali di uccello, tanto da
potersi librare nell’aria.
Insomma un vero piccolo supereroe sotto tutti i
punti di visti. E nonostante la giovane età non gli mancava la saggezza che lo
aiutava a ponderare a lungo i suoi interventi, perché fossero efficaci senza
margine di errore.
Sei SuperBau fantastici sei coraggiosi supereroi
pronti a sacrificarsi per gli altri, in pericolo o meno. Bastava sentissero,
con le loro vibrazioni, anche solo un piccolo malumore, che intervenivano
prontamente per portare gioia e amore incondizionato.
Si racconta di loro che, nei tempi in cui
intervenivano nelle più disparate situazioni, tutti si sentivano al sicuro.
Certi che niente di brutto sarebbe più potuto accadere perché sul mondo
vegliavano i mitici SuperBau.
I sei supereroi dal cuore grande… più grande del
mondo!
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